Como, il sindaco Rapinese: «Meglio che lo stadio resti dov’è»

«Il valore aggiunto è il luogo in cui si trova, ma deve ospitare eventi e non soltanto calcio». Poi si dice «ottimista» sul via libera della commissione ai 6.500 spettatori, dopo la gara di domenica prossima

Dal 28 novembre il Sinigaglia potrebbe avere una capienza ampliata a 6.500 tifosi. E lo stadio, per il sindaco, deve rimanere dov’è. «Il 28 novembre, subito dopo Como-Bari, è in programma il sopralluogo del Comitato provinciale per la sicurezza – spiega il sindaco Alessandro Rapinese – il soggetto cui compete prendere la decisione finale. Se il comitato metterà la firma sul verbale, io un minuto dopo farò lo stesso. Nella massima disponibilità e nell’interesse della città, della squadra e dei tifosi. Non è una scelta che compete me, ma sono fiducioso. Registro la possibilità che si arrivi finalmente al dunque».

L’aumento doveva portare a 6.700 posti, in realtà l’ok potrebbe arrivare per 6.500 ingressi. Perché la Questura, così riferisce Rapinese e così conferma anche la società, ha negato l’uso di 200 posti nel settore ospiti per ragioni di sicurezza e ordine pubblico.

Superato il Covid, archiviate le stringenti misure di contenimento del virus, la capienza del Sinigaglia era stata ampliata a 4.999 posti. Più volte da questa estate società e amministrazione si sono confrontate per innalzare il numero dei posti utilizzabili. Ci sono stati anche degli attriti e delle incomprensioni per i lavori da fare e i costi da sostenere. Ora la possibile svolta.

Dopo la partita in casa con il Bari il Como avrà due turni fuori casa. La prima sfida con 6.500 posti disponibili potrebbe dunque essere quella contro la Reggina, in programma l’11 dicembre.

All’orizzonte resta il tema della completa riqualificazione del Sinigaglia. Negli ultimi giorni si sono anche rincorse più voci su un possibile progetto della società per costruire un nuovo stadio fuori città.

«Io credo che il valore aggiunto del Sinigaglia sia il posto in cui si trova – afferma il primo cittadino – e penso sia interesse dei comaschi che lo stadio resti dov’è. Ma all’interno di un nuovo Sinigaglia non ci vedo solo 19 partite di campionato all’anno, vorrei anzi che ospitasse degli eventi importanti anche cinque volte al mese. Guardo al nuovo Sinigaglia come a un luogo dedicato all’intrattenimento, da gennaio a dicembre». Quindi non solo sport e comunque non solo calcio.

Uno stadio nuovo, fuori dai confini cittadini, significherebbe perdere un altro grande polo d’attrazione. Sul punto comunque il sindaco è piuttosto cauto. Niente proclami, si limita a dire che «l’amministrazione comunale sta lavorando insieme alla società». Parole pronunciate probabilmente per non escludere altre strade e per non creare tensioni su un tema già molto delicato.

È sempre il primo cittadino a spiegare che per arrivare ad un futuribile taglio del nastro - dopo una completa riqualificazione - servirebbero almeno due anni, tra ostacoli burocratici, progettazioni e procedure amministrative. Oltre ai costi a carico della società. Al netto della legge nazionali sugli stadi che ha molto ridotto le incombenze che pesano sulle città per mettere mano agli impianti sportivi.

Sergio Baccilieri

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