Coronavirus, Como piange altri 14 morti
Numeri in calo ma il contagio corre ancora

Diminuiscono ricoveri e tamponi positivi, la provincia di Como fa comunque registrare la percentuale di crescita più alta di tutta la Regione Lombardia

Sale a quota 286 il numero dei morti per coronavirus in provincia di Como. Nelle ultime 24 ore la provincia ha pagato un tributo altissimo: 14 decessi, sei dei quali soltanto a Cantù, quattro uomini e due donne di età compresa tra i 58 e gli 83 anni.

Il trend è speculare a quello regionale, con un numero di vittime ancora troppo alto (ieri altre 235, per un totale di 11.377), pure a fronte di una generale diminuzione del numero dei ricoveri e di quello dei tamponi positivi (62.153 con gli 827 eseguiti nelle ultime 24 ore). Le terapie intensive lombarde stanno assistendo 1.073 pazienti, 48 meno del report precedente, mentre 12.043 sono i ricoveri all’interno dei reparti a minore intensità di cura (-34). Da registrare anche un notevole incremento del numero dei tamponi effettuati, ieri addirittura 7.098 in più, per un totale di 221.968 dall’inizio dell’emergenza. «I numeri non crollano - ha detto ieri l’assessore al Welfare Giulio Gallera - perché con le nuove linee guida dell’Istituto superiore di sanità stiamo facendo più tamponi a medici di base, operatori sanitari, sociosanitari e pazienti di Rsa con sintomi».

Per quanto riguarda la situazione dei nuovi positivi nelle 12 province, la contrazione dei numeri del contagio è comunque abbastanza evidente: a Como abbiamo avuto 48 tamponi positivi in più (totale 2.154), a Lecco soltanto 12 (1.982), 10 a Sondrio (859) e 71 a Varese (1.884). Sorride, per modo di dire, la provincia di Bergamo, che ne conta “solo” 46 (10.472 il totale)- un ridimensionamento notevole rispetto a una decina di giorni fa -, mentre a Brescia i nuovi ammalati sono stati 94 (11.187). E ancora: Cremona +30 (5.202), Lodi +18 (2.587), Monza +57 (3.878), Milano +325 (14.675)., Mantova +24 (2.655), Pavia +70 (3.316).

Di sicuro, in questa fase almeno, il contagio procede a velocità diverse, come dimostrano ancora una volta i numeri, che restano l’unico strumento che consente di leggere li comportamento dell’epidemia. Nella settimana compresa tra il 7 e il 14 aprile, cioè l’altroieri, la provincia che ha fatto registrare la crescita percentuale maggiore è stata proprio quella di Como. A queste latitudini il contagio è aumentato del 4,34%, quasi due punti in più della media regionale. L’incidenza sul totale della popolazione - probabilmente parecchio distante dalla realtà, visto che si stima un contagio di gran lunga superiore - è dello 0,35%. Le province con i numeri più simili, e sempre con riguardo al ritmo di diffusione della settimana compresa tra i 7 e il 14, sono quella di Sondrio (+4,15%) e di Varese (4,09%). Da nessun altra parte il coronavirus ha corso tanto come da noi in questi ultimi giorni. Per dire: a Bergamo - la città più martoriata d’Italia assieme a Brescia - il contagio è cresciuto soltanto dello 0,74%, così come del resto molto più lentamente si è mosso a Milano (+2,68%) e nel resto della regione, dove mai ha oltrepassato la percentuale di crescita di 2,86 (a Mantova).

Naturalmente è tutto molto aleatorio, e suscettibile di profonde modifiche innescate da variabili le più disparate (e basti in questo senso, pensare all’effetto del numero dei tamponi di volta in volta effettuati). La sensazione è quella che comunque la montagna sia ancora tutta da scalare.

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