Como: «Divieti e multe?
No, spiagge attrezzate»

Spallino sul caso dei tuffi pericolosi: «Il lago non va soltanto guardato, ma reso fruibile in sicurezza». Landriscina chiama le associazioni.

Ribaltiamo la prospettiva: non pensiamo a cacciare i bagnanti dalle acque del lago, ma ad avvicinarli, creando spazi che consentano di tuffarsi e nuotare in sicurezza.

La ricetta è firmata dall’ex assessore Lorenzo Spallino, che ha pubblicato online un lungo intervento sul problema dei “bagni pericolosi”, tornato in primo piano dopo la tragedia di venerdì scorso (un 21enne è annegato nella zona di viale Geno) e la presenza di un gran numero di persone nella zona del Tempio Voltiano o della stessa Villa Geno.

Il dibattito in città si è riacceso, proprio come nel periodo in cui il sogno di rendere balneabile tutto il primo bacino sembrava a portata di mano, e Spallino ha definito «un richiamo a un sano realismo» le dichiarazioni arrivate nei giorni scorsi dal sindaco Mario Landriscina («la soluzione non sono i divieti, i vigili, lo stato di polizia»). «Como è una città d’acqua - scrive l’ex assessore - Il rapporto con il lago è naturale e non può essere solo di contemplazione. Abbiamo una percentuale di crescita del turismo tra le più alte d’Italia e siamo un brand formidabile anche per i cosiddetti “domenicali”. Vengono qui anche quelle persone che vivono e lavorano ai margini della città e del sistema, che sappiano nuotare o meno, che conoscano le insidie del lago o meno. La gente non fa il bagno perché mancano i cartelli di divieto. Lo fa a Villa Geno perché è un bel posto, c’è un po’ di sabbia, si accede facilmente ed è gratuito». E allora che fare? «Possiamo fare un passo avanti e provare a immaginare che quello che esiste può avere una forma diversa». Spiagge attrezzate, questa è la proposta: «L’ha fatto Parigi, creando una struttura galleggiante lunga 100 metri con piscine, spiaggia con cabine, docce e armadietti, accesso gratuito per un massimo di 300 persone contemporaneamente. Milano dopo aver riaperto la Darsena punta alla Martesana e ora si invoca la balneabilità dei tratti di Navigli riaperti. Di questo abbiamo bisogno, di ribaltare il nostro rapporto con il lago, altrimenti continueremo a progettare paratie e a parlare di divieti».

Landriscina, intanto, continua a lavorare sull’oggi e ha preso contatto con le associazioni degli ex carabinieri ed ex finanzieri, per studiare una collaborazione che consenta di aumentare la sicurezza nelle zone più frequentate dai bagnanti

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