Gilardoni scarcerato, è ai domiciliari
«Dimostrerà la sua innocenza»

Dopo due mesi al Bassone, accolta la richiesta dei difensori

Pietro Gilardoni è tornato a casa, dopo oltre due mesi di carcere. Il dirigente comunale, ex direttore dei lavori del cantiere delle paratie, si trova ora agli arresti domiciliari e ha quindi potuto lasciare il Bassone. E come ha spiegato anche ai suoi avvocati difensori, Luisa Scarrone ed Edoardo Pacia, è felice della decisione, ma è anche pronto a difendersi e a dimostrare la propria innocenza.

Ieri è stato accolto l’appello presentato dai difensori di Gilardoni, che avevano presentato ricorso rispetto alla decisione del 29 giugno scorso del gip Maria Luisa Lo Gatto, che aveva rigettato la richiesta dei domiciliari. «Siamo soddisfatti - spiega l’avvocato Scarrone - anche se, in pratica, è stata concessa l’attenuazione delle esigenze cautelari con un mese di ritardo...». Un responso che non era affatto scontato, «visto che il pubblico ministero aveva depositato una copiosa documentazione nella quale esprimeva un parere fortemente contrario ai domiciliari», ha sottolineato l’avvocato Scarrone.

Anche per Gilardoni c’è la richiesta di rito immediato (processo fissato il 24 novembre), e ci sarebbe la scadenza del 3 settembre per presentare un’eventuale proposta di riti alternativi, ma i difensori hanno escluso questa possibilità. «Vuole andare fino in fondo - ha sottolineato l’avvocato Scarrone - Richiedere riti alternativi? No, nella maniera più assoluta. Gilardoni non vede l’ora di difendersi e di dimostrare la propria innocenza». «Sono due mesi che in carcere sta studiando tutte le carte e i documenti. Tanto che, non avendo la possibilità di utilizzare un computer, ha scritto tutto a mano. Ha una forza e una tenacia incredibile».

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