Il ricordo dei colleghi: «Era simpatico e immediato»

Con la morte di Franco Maino il teatro comasco dice addio a uno dei suoi protagonisti più originali e interessanti.

Attore attivissimo sulle scene del nostro territorio, soprattutto con la compagnia “La Crisalide”, da lui fondata nel 1994.

Con quel volto intenso e riconoscibilissimo, con la sua voce, il suo stile discreto e lontano anni luce da certo narcisismo imperante, Maino aveva anche conquistato un posto di tutto rispetto anche sui palcoscenici nazionali, al cinema e in tv, dalle fiction agli spot pubblicitari.

Il teatro era il suo primo amore e la passione lo ha portato a recitare in “Madre Coraggio” di Brecht al Piccolo di Milano e in “Al mercato” al Franco Parenti, con la regia di Andrée Ruth Shammah.

Al cinema, nove i film all’attivo, con ruoli che potremmo definire “camei” che si facevano ricordare.

Basti pensare a “Il capitale umano” di Paolo Virzì, girato proprio a Como. Qui Maino era il direttore del teatro Politeama, chiuso da anni.

Fu anche nel cast dei “Promessi Sposi” televisivi di Salvatore Nocita. andato in onda su Rai Uno nel 1989, e di recente, ebbe un ruolo in “Il commissario Schiavone”.

Unanime il dolore dei colleghi comaschi.

«Mi mancherà– afferma Alfredo Caprani – Si formò con me quando aveva già trent’anni. Recitammo a lungo insieme. Poi seppe crearsi una strada tutta originale e intensa. I pregi? L’eclettismo. La simpatia immediata e l’intelligenza interpretativa».

Gli fa eco Valentina Ferrari. «Nel ’90 cominciai a lavorare con lui per una messinscena di Pirandello. Coronavo un mio sogno e fu solo l’inizio. Franco è stato un collega e un amico, uno di famiglia. Abbiamo lavorato tanto, divertendoci. Aveva innati i tempi comici. Sapeva essere lieve e carismatico. Con lui, in scena, ci si sentiva protetti».

Anche Laura Negretti ha lavorato a lungo con Maino. «L’8 dicembre – ricorda l’attrice – ci eravamo trovati per la prima lettura di “Divorzio all’italiana”, e Franco era il più concentrato. Lui era così. Capace di dare subito tutto, in scena. Mi ha insegnato tantissimo. Indimenticabile il suo teatro dialettale».

A chiudere l’album dei ricordi è Mario Bianchi: «Per lui provo stima e rispetto. Non abbiamo lavorato insieme, ma apprezzavo la sua carriera. Per me rappresenta, insieme a Elio Noseda, una figura d’attore d’altri tempi, professionale e discreta». n 
Sara Cerrato

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