In farmacia dopo le 20
Stangata sui malati
da sette euro e mezzo

Raddoppia il diritto di chiamata notturna. Federfarma: «È stata adeguata la tariffa dopo 25 anni». I consumatori: «Tutti i costi scaricati sui cittadini»

Como

Chiedere una medicina in farmacia durante il turno notturno ora costa il doppio. Dopo quasi 25 anni, infatti, un decreto della Salute ha stabilito la nuova tariffa nazionale per la vendita al pubblico.

Il documento siglato dal ministro Beatrice Lorenzin lo scorso settembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di ottobre, ha stabilito un aumento dei cosiddetti “diritti addizionali”, ovvero la cifra pagata per la prestazione al di fuori dell’orario di apertura giornaliero, che è passata da 3,87 euro a 7,50 euro per le farmacie cittadine e da 4,91 euro a 10 euro in quelle rurali sussidiate (fino a 3.000 abitanti). Se il cittadino si presenta con una ricetta della guardia medica per un farmaco urgente però il diritto addizionale non è dovuto.

In campagna si paga di più

Un adeguamento al costo della vita per i farmacisti, mentre le associazioni a difesa dei consumatori parlano di ennesimo rincaro in tema salute per i cittadini.

«Non dipende da noi. Si tratta di una legge nazionale che stabilisce le nuove tariffe per la vendita al pubblico dei farmaci - dice Attilio Marcantonio, presidente di Federfarma Como -, l’aggiornamento ha interessato anche la quota di chiamata notturna che è passata a 7,50 euro per le farmacie cittadine e a 10 euro per quelle rurali».

Una revisione alle tariffe dopo 25 anni più che giusta per i farmacisti, come spiegano dalla De Filippis di via Vittorio Emanuele: «Era dal 1993 che non veniva rivisto il tariffario. Il decreto era rimasto lo stesso, si era solo convertita la cifra da lire in euro, ma senza tenere conto del diverso costo della vita e dei rincari anche per noi».

Un aumento già attivo nelle farmacie comasche, come confermano sempre dalla De Filippis: «È già dai primi giorni di novembre che le nuove tariffe vengono applicate. Il diritto addizionale, così come in passato, scatta alla chiusura delle saracinesche della farmacia che resta a disposizione dei cittadini per il turno notturno».

Quasi 25 anni per rivedere i costi per la chiamata notturna, ma un solo decreto per raddoppiarli, è la scelta che suscita perplessità tra le associazioni a difesa del consumatore. «Purtroppo siamo di fronte all’ennesimo rincaro per i cittadini e ancora una volta riguarda il diritto alla salute - commenta Mara Merlo, presidente di Federcosumatori Como -. Si tratta di un ulteriore segnale di com’è la situazione del welfare in Italia, con i cittadini con sempre meno risorse economiche che devono affrontare una sanità sempre più costosa».

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