Influenza, i vaccini
sono già esauriti

La denuncia dei medici comaschi: le dosi arrivate non bastano

I medici hanno già finito le dosi dei vaccini antinfluenzali e si trovano costretti a dire di no ad almeno tre pazienti su dieci aventi diritto.

I camici bianchi in città sono in forte difficoltà poiché, come detto, la fornitura più importante delle dosi arrivata solo settimana scorsa è già esaurita. Alcuni ne hanno ancora qualcuno, ma solo perché ci sono state sedute rinviate a causa dei ritardi nelle consegne. Questo significa che tutte le dosi sono in qualche modo già prenotate: bisogna quindi scegliere chi vaccinare e chi no ed è difficile. Per farlo, tra l’altro, non esiste un preciso criterio.

Prima i pazienti più fragili

Con le prime dosi arrivate a inizio novembre, qualche decina, quasi tutti i medici hanno deciso di partire dalle persone più fragili, dai malati allettati. Poi però è arrivato il turno degli over 65. Un totale di 139mila comaschi, non pochi. Alcuni medici di famiglia hanno organizzato i calendari per le vaccinazioni seguendo l’ordine cronologico: chi prima ha chiamato prima viene vaccinato. Ma, ovviamente, gli esclusi si lamentano. Restano poi da vaccinare altri 38mila comaschi, le persone tra i 60 e i 64 anni che anche loro hanno diritto gratis al presidio. Con la fornitura di dosi arrivata settimana scorsa circa la metà degli assistiti aventi diritto riceverà la vaccinazione. C’è poi un’ultima tranche di vaccini promessa dalla Regione entro tempi brevi. Il presidente dell’Ordine dei medici Gianluigi Spata fa però sapere che «non ci sono ancora date sicure». Molti temono l’arrivo dei vaccini fuori tempo massimo anche perché, vale la pena ricordarlo, ci sono delle tempistiche da rispettare affinché la sostanza faccia effettivamente effetto.

In totale la Regione ha l’obiettivo di vaccinare tra il 70% e il 75% delle categorie considerate più a rischio. Questo significa che nella provincia di Como circa 66mila cittadini aventi diritto resteranno senza. «La percentuale di vaccinati è comunque superiore rispetto agli anni scorsi - spiega il dottor Marco Fini – solo che quest’anno è un anno delicato e la domanda è molto aumentata. Vogliono vaccinarsi anche pazienti da sempre “no vax”. Per evitare l’influenza e per stimolare il sistema immunitario anche contro il Covid». Ai medici viene chiesto di registrare su un sito regionale le generalità dei vaccinati e i numeri delle dosi, un altro carico di lavoro burocratico.

Caos sulle tipologie

«I primi vaccini consegnati a inizio novembre erano tetravalenti e quindi più adatti ai soggetti più giovani – spiega la dottoressa Raffaella Petruni – pur avendo noi l’esigenza di partire dai malati più anziani. Gli ultimi vaccini arrivati sono invece adiuvanti, più adatti agli over 75 quando invece adesso ci troviamo a vaccinare i meno anziani». Si fa lo stesso, anche se sarebbe stato ovviamente meglio il contrario. I medici segnalano che tanti loro pazienti vanno dai privati a fare il vaccino a pagamento, in diverse cliniche le dosi non mancano. Il pubblico invece è a corto del farmaco e Regione Lombardia sta cercando di reperire nuovi vaccini. «Ad ogni medico mancano ancora circa 150 dosi – spiega Giuseppe Rivolta, membro del direttivo dell’Ordine dei medici di Como – la speranza è che arrivino presto, entro fine mese».

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