La sorpresa nelle mense scolastiche
Anche alla materna i primi bimbi vegani

Il fenomeno è emerso negli ultimi mesi: oltre alla carne rifiutati latticini e uova - Il nutrizionista: «Dieta delicata, meglio che i piccoli siano sempre seguiti da un medico»

Vegetariani e anche vegani. Sì, anche a scuola tra gli scolari della scuola dell’infanzia. La nuova tendenza emerge dai dati diffusi in questi giorni dal servizio refezione scolastica del Comune di Como: cinque anni fa le cucine comunali preparavano in media poco più di 3500 pasti al giorno, le diete speciali richieste dalle famiglie erano 480, circa il 12%. A giugno del 2016, invece, le diete speciali ordinate a pranzo nelle scuole sono arrivate al 17%, sono 707 su un totale di 4160 pasti.

Si tratta di una crescita molto sensibile se si pensa che su questo dato non incidano più di tanto i motivi etico religiosi, perché se i pranzi condizionati dal credo religioso nelle scuole sono più che raddoppiati dal 2007 al 2011, passando dal 3,6% all’8,5%, fino a superare il 10%, la curva si è poi stabilizzata e si è perfino ridotta in tempi più recenti.

«Sono cresciute le intolleranze, le allergie, ma più che altro dei no mirati a singole pietanze – spiega Luciana Mazza, responsabile del servizio refezione scolastica – per esempio la frutta o la carne. In più da pochi mesi nelle nostre mense mangiano anche bambini vegetariani e vegani. Sono ancora poche unità, nemmeno l’uno per cento, le famiglie che fanno questa scelta si contano sulle dita di due mani per capirci. Però fino al 2012 nelle mense delle scuole di Como non sedeva nemmeno un bimbo vegetariano e fino all’anno scolastico 2014-2015 non c’erano alunni vegani iscritti. Adesso invece sì, anche nelle scuole dell’infanzia».

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