Letteralmente, a Milano
un festival un po’ comasco

Alla terza edizione la kermesse culturale ideata e curata

dallo scrittore e artista Moreno Gentili, dedicato ai confini

Si è aperto ieri a Milano “Letteralmente Festival. Scrivere e parlare di cultura civile”, III edizione, ideato e curato da un comasco: Moreno Gentili, scrittore, concept artist e promotore culturale. Domani, giovedì 5 maggio, doppio appuntamento: dalle 14 alle 17, nella sala del Caffé Rouge del Teatro Franco Parenti (via Pier Lombardo 14, Milano), gli studenti del Liceo Manzoni e altre scuole ricreano una Polis ideale in cui le parole non voleranno come coriandoli, ma rimarranno a dimostrare il loro desiderio di sapere e capire in quanto protagonisti della società civile. Studenti e docenti riflettono sul tema della libertà nell’incontro “Più o meno liberi”. Tra gli ospiti Linda Brunetta, Kean Etro, Gianfelice Facchetti e altri che vorranno esserci. Alle ore 18.30 la parola a “Mediterraneo come Confine”, incontro dedicato all’attualità che affronterà il tema di un confine “fluido” da diversi punti di vista: la sua bellezza, i suoi traffici umani e la sua memoria storica. Modera Alessandro Cannavò. Ospiti: Enrica Bistagnino (Università di Genova), Silvia Giugno (Ass. Passato Prossimo), Petra Mezzetti (CeSPI).

Letteralmente è un festival di cultura e impegno sociale, che porta la firma di un comasco. Come nasce l’idea?

«Dalla necessità di fare qualcosa per parlare in modo diretto di valori che oggi toccano l’attualità del nostro vivere quotidiano. Coinvolgere non solo pubblico che ascolta, ma giovani che fanno del Festival un laboratorio di esperienza diretta in cui riconoscere valori di esperienza civile creando a loro volta eventi di cultura. Valga in questo caso l’esempio del Liceo Manzoni dove gli studenti dialogheranno il 5 maggio di “libertà” con ospiti invitati sul tema».

I confini sono protagonisti di questa edizione, sotto vari punti prospettici. Qual è l’idea che li collega?

«Continenti e nazioni modificano il loro modo di porsi verso gli altri (Austria come esempio recente) e, di conseguenza, le persone leggono questo mutare come instabilità effettiva del nostro tempo, nuovi confini da riconoscere insomma. “Orientamenti” come ricerca è la risposta che cerchiamo in questa edizione di Letteralmente Festival».

Non si contano i Festival culturali: cosa rende speciale “Letteralmente Festival”?

«Forse due cose utili: gli eventi non si sovrappongono così che il pubblico non sia costretto a scegliere una cosa piuttosto che un’altra... È un preciso senso di appartenenza ad un tema quale è la cultura civile. Che cosa si intende con ciò? Tante cose, ma forse la forza di Primo Levi nel momento in cui, prigioniero, sceglie di continuare a vivere un rapporto con il proprio corpo in modo lucido e quotidiano, rende l’idea».

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