L’ex Asl: starnuti e tosse non bastano
Il sintomo che deve allarmare è la febbre

Per innescare le procedure di isolamento la temperatura dev’essere oltre 37,5

Non basta il naso che cola per tornare a casa da scuola con l’allarme Covid. Il sintomo che fa da vera bussola è la febbre oltre i 37,5 gradi.

È questa la principale direttiva decisa dall’Ats Insubria e contenuta nel “piano scuola” inviato a tutti gli istituti alla vigilia della ripresa delle lezioni. Un piano predisposto su base territoriale, ma fondato sul rapporto dell’Istituto superiore della sanità. Per Ats il primo passo è il patto di corresponsabilità con la famiglia e con tutti gli attori coinvolti, studenti, pediatri, docenti.

Se l’alunno a scuola sta male e la febbre se sale sopra ai 37,5 viene isolato in attesa che i genitori lo portino a casa. A quel punto è il pediatra che valuta i sintomi e decide se fare ricorso al tampone. Se tutto va bene il pediatra certifica il rientro. Altrimenti si procede con il test in tempi, assicura Ats, rapidi.

Il sistema classe viene controllato, tracciato ed eventualmente isolato non in maniera automatica, ma solo se il compagno risulta davvero portatore del virus.

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