Lo scandalo comasco delle ceneri
Dopo il funerale famiglie in trasferta

Salme trasferite a Varese, Lugano, Valtellina. I costi lievitano di almeno 350 euro a cremazione

Niente da fare. Slitta ancora la conclusione dei lavori finanziati dal Comune per ripristinare il forno crematorio al cimitero Monumentale. La notizia arriva a 48 ore dalla giornata dedicata al ricordo dei defunti.

L’impianto è fermo da un anno e mezzo, le famiglie sono costrette a spostarsi fuori provincia con un aggravio di costi per il trasporto della salma del proprio caro e con pesanti disagi in un momento già difficile di per sé.

A Como un residente spenderebbe 376 euro, rivolgersi alla struttura di un’altra città significa spendere quasi il doppio (le cifre vanno dai 700 euro in su). Solitamente ci si sposta a Varese, Busto Arsizio, Trecate (Novara), Albosaggia (Sondrio) o Lugano.

Ancora tempi lunghi

Il cantiere prevede la realizzazione dei refrattari e la posa del nuovo filtro, si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria da 90mila euro. Il progetto è stato approvato quasi un anno fa (dicembre 2016), la firma del contratto con la ditta che aveva vinto la gara d’appalto - la Imenco Srl di Tradate - risale al 9 marzo di quest’anno. Si ipotizzava una conclusione dei lavori nel luglio scorso, poi il Comune aveva parlato di novembre, ma ieri è emerso che le operazioni proseguiranno almeno fino a gennaio 2018. Solo nel nuovo anno, quindi, le attività potranno riprendere.

Il cantiere procede a rilento e non è, tra l’altro, l’unico problema. Il collaudo sarà più lungo del previsto e il Comune - soprattutto - dovrà dotarsi di personale in grado di far funzionare il forno crematorio. L'Amministrazione dovrà pubblicare un bando e assoldare gli addetti necessari

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