Lucini appeso a 3 voti
Ora Pd e Paco-Sel
possono farlo cadere

Certi 14 voti sui 17 necessari per la sfiducia. Quattro gli scettici: Nessi, Grieco, Rovi e De Feudis

L’unica certezza per il sindaco Mario Lucini, a meno di clamorosi ribaltoni, è la fedeltà dei sette componenti di Como Civica, la lista dell’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino. Per il resto, al momento, è impossibile prevedere l’effetto della mozione di sfiducia sulle altre due componenti della coalizione che ha appoggiato la candidatura di Lucini nel 2012.

Servono 17 voti a favore affinché la mozione venga dichiarata approvata e, quindi, per la decadenza automatica del sindaco e della giunta. Il documento verrà protocollato oggi in Comune e dovrà essere discusso in aula non prima di 10 giorni e non oltre i 30.

Il pallottoliere conta oggi 14 voti a sostegno della mozione: 13 dell’opposizione (Laura Bordoli, Marco Butti, Sergio Gaddi, Anna Veronelli, Ada Mantovani, Alessandro Rapinese, Diego Peverelli, Giampiero Ajani, Eva Cariboni, Luca Ceruti, Francesco Scopelliti, Enrico Cenetiempo e Roberta Marzorati) a cui si aggiunge Gioacchino Favara (Pd).

Ne mancano 3 all’appello di chi vuole chiudere anticipatamente l’esperienza amministrativa. Uno potrebbe arrivare da Paco-Sel: Luigi Nessi, che già votò contro senza il minimo ripensamento alla delibera per la cessione delle quote di Acsm-Agam (Celeste Grossi, dal canto suo, ha già fatto sapere che non voterà la sfiducia).

Altri possibili fautori della sfiducia potrebbero trovarsi in casa Pd, in aggiunta a Favara. Da tempo su posizioni critiche Raffaele Grieco (che aveva votato contro la delibera di Acsm) che non più tardi di 24 ore fa ha auspicato le dimissioni di Lucini chiedendo un intervento al partito. Critici da tempo, ma poi allineati alle votazioni in aula Guido Rovi (ala civatiana del partito) e Vito De Feudis.

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