Marciano: «Il disastro delle paratie?
Delirio di onnipotenza della giunta»

Como: ieri al processo la deposizione del responsabile dell’ufficio legale del Comune. «Nessuno fu in grado di controbilanciare gli amministratori. E per il cantiere fu la rovina»

È stata Maria Antonietta Marciano la protagonista dell’udienza di ieri del processo sulle presunte irregolarità nella gestione del cantiere per la costruzione delle paratie.

Comasca, avvocato, “Titti” Marciano è da molti anni responsabile dell’ufficio legale del Comune, ed è imputata del reato di turbata libertà nella scelta del contraente. Ieri ha ingaggiato un bel match con il pubblico ministero Pasquale Addesso, in qualche modo anche costringendo il presidente Valeria Costi a richiamarla («avvocato, non può fare commenti sul modo di condurre l’interrogatorio»).

La sua audizione è ruotata attorno una sfilza di intercettazioni ambientali e telefoniche di cui si è detto e si è scritto parecchio, a cominciare dal celebre invito ad indossare tutti «le mutande di ghisa», perché «qui si va nel penale» (lo disse, l’imputata, parlando con il coimputato Pietro Gilardoni senza avere contezza del fatto che le cimici della Procura stessero registrando).

Per ciascuna delle intercettazioni che il pubblico ministero le ha contestato, l’avvocato Marciano ha fornito una spiegazione e una propria interpretazione, sulle quali, ovviamente, valuterà la corte. I momenti di tensione non sono mancati, come del resto in altre udienze:

La ribalta se la guadagna comunque una riflessione dell’imputata, che- chiamata a spiegare il senso di un’altra sua esternazione, a proposito di un non meglio chiarito «delirio di onnipotenza» degli amministratori - ha avuto modo di illustrare alcune dinamiche interne al palazzo, e forse non solo al palazzo: «Ogni nuova amministrazione - ha detto - ritiene di poter risolvere i problemi con facilità. Appena si insedia, parte il gioco dell’accreditamento da parte dei dirigenti, in modo da poter guadagnare credibilità agli occhi dei nuovi interlocutori. Da qui il delirio di onnipotenza che (nel caso della giunta Lucini, ndr) non fu controbilanciato da nessuno. E per le paratie fu la rovina».

Prossimo appuntamento in aula l’11 aprile. Sarà la volta di Mario Lucini.

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