Morbillo, allarme per il no al vaccino
E sul papilloma virus: «Tante bufale»

Salute Pediatri comaschi preoccupati per i genitori che rifiutano di proteggere i figli. L’esperta dopo il caso Report: «Prevenzione decisiva per le ragazze, mai reazioni avverse»

Sempre più famiglie rifiutano di vaccinare i figli. L’allarme suona anche a Como e lo lanciano i pediatri. Non a caso proprio ai medici arriverà nelle prossime ore - era stato annunciato dalla Regione per il 20 aprile, ma ieri dagli ambulatori spiegavano che non se ne trovava ancora traccia - l’elenco con i nominativi dei bambini nati nel 2014 che risultano ancora scoperti dai due momenti vaccinali di riferimento per l’infanzia, ovvero l’adesione a 3 dosi di vaccino esavalente e alla prima dose di vaccino trivalente. Obiettivo: chiedere ai pediatri di attivare un confronto o una riflessione con i genitori per capire le motivazioni che hanno impedito la vaccinazione e favorire il recupero della copertura.

In Lombardia sono circa 5.000 i bambini risultati scoperti alle tre dosi di vaccino esavalente (antitetanica, antidifterite, antiemofilo B, antiepatite B, antipertosse, antipoliomielite) e circa 6.000 quelli scoperti alla prima dose di vaccino trivalente (antimorbillo, antiparotite, antirosolia).

Le preoccupazioni riguardano soprattutto quest’ultima misura di prevenzione, rifiutata da un numero crescente di genitori anche a Como. «L’impressione è che questa resistenza stia dilagando - dice la pediatra Roberta Marzorati - Riguarda soprattutto il vaccino che protegge dal morbillo semplicemente perché viene effettuato dopo l’anno di vita e quindi è quello più vicino all’esordio dei sintomi dell’autismo, che si manifestano intorno ai 18 mesi. Così si associano in modo scorretto le due cose, dando retta alle scemenze che circolano sul web. Oggi si tende a mettere in discussione tutto - sottolinea Marzorati - compresi i medici, mentre una volta ci si fidava. Certo, dobbiamo cambiare anche noi, a partire dal linguaggio: se dico che il vaccino è importante per l’immunità di gregge la gente non capisce. La chiave è far capire, anche visivamente, i danni della mancata vaccinazione. Non a caso c’è una corsa al vaccino anti meningite, si parla tanto dei danni e sorge la paura, quindi la gente corre a prenotare». All’inizio di quest’anno sono stati diagnosticati 6 casi di morbillo al Sant’Anna e 2 a Cantù, nei due anni precedenti c’era stato un solo caso nell’arco di 12 mesi. E l’aumento di casi tra gli adulti si spiega proprio con la mancata vaccinazione dei bambini.

Ma c’è un altro caso che sta tenendo banco, ed è quello dei presunti rischi legati alla vaccinazione contro il Papilloma virus, al centro dell’ultima puntata della trasmissione televisiva “Report”. Al Sant’Anna c’è un apposito centro che si occupa di malattie a trasmissione sessuale, diretto da Amelia Locatelli. «Non abbiamo mai avuto segnalazioni di reazioni avverse o problemi - spiegano dal centro - L’attenzione è massima e lanciare messaggi fuorvianti significa vanificare un importante lavoro di sensibilizzazione fatto in questi anni. Nel nostro ambulatorio vaccinale siamo a 81 vaccinati nei primi quattro mesi del 2017, più del doppio dell’anno scorso».

«Il tasso di adesione sta salendo e non si vaccinano solo le ragazzine (per la fascia 9-11 anni arriva la lettera a casa ed è gratis, ndr) ma anche alcuni ragazzi (è previsto un prezzo calmierato, ndr). Il Papilloma virus può causare lesioni serie e fastidiose, arrivando nei casi più gravi al tumore del collo dell’utero, del pene e di una parte di quelli del distretto testa-collo. La prevenzione è fondamentale. Per fissare un colloquio gratuito è disponibile il numero 031-5855385, in seguito si decide se fare il vaccino o meno».
M. Sad.

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