«Nessun allarmismo
Ai giardini a lago
è tutto sotto controllo»

Il prefetto e il sindaco parlano di sicurezza. «Zona presidiata, non vi sono emergenze in atto». Il vicesindaco aveva presentato una interrogazione

«Nessun allarme, né allarmismi, a Como non esistono porzioni del territorio che si possano definire terra di nessuno, né possiamo parlare di problemi di ordine pubblico»: il prefetto Bruno Corda detta la linea istituzionale in tema di sicurezza e accanto a lui il sindaco Mario Landriscina annuisce.

«Le istituzioni ci sono per fronteggiare questo tipo di situazioni e la risposta a tali fenomeni, la cui esistenza nessuno vuole nascondere o negare, deve di volta in volta adeguarsi sulla base dei dati che si raccolgono - dice il primo cittadino - Ma l’attenzione per la sicurezza dei cittadini da parte del Comune, come della Prefettura e delle forze dell’ordine non è mai venuta meno».

Tema del giorno sono i giardini a lago, area ad alta concentrazione di migranti, per i quali si sono levate grida di allarme anche e soprattutto in seno alla maggioranza stessa che sostiene Landriscina: il vicesindaco Alessandra Locatelli ha persino depositato una interrogazione, indirizzata al nuovo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per chiedere più uomini a presidiare le strade prospicienti il primo bacino.

Ieri in Prefettura, dai responsabili dell’ordine pubblico (il prefetto, il sindaco, il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, il comandante della polizia locale), una prima replica: «Qui la presenza delle forze dell’ordine non è mai mancata».

Il questore Giuseppe De Angelis snocciola cifre per dare la misura del fenomeno: «Nel 2017 nell’area in cui possiamo circoscrivere i giardini a lago, tra le vie Corridoni, Vittorio Veneto e Mafalda di Savoia, sono stati 37 gli interventi delle forze dell’ordine che si sono conclusi con arresto o denunce a piede libero, numero che sale se si aggiungono anche le vie Rosselli e Puecher, dove si sono registrati rispettivamente 23 e 25 accessi. Nei primi quattro mesi del 2018 sono state 12 le operazioni ai giardini, alle quali ne vanno aggiunte 10 in via Rosselli e 15 in via Puecher». Un’area «presidiata con costanza dalle forze dell’ordine, dove si alternano il camper di polizia e carabinieri, e anche gli uomini della guardia di finanza (anche con l’ausilio delle unità cinofile), e gli agenti della polizia locale». I reati più comuni: «Violazioni della legge sull’immigrazione, lo spaccio, spesso di quantità talmente esigue che non può scattare l’arresto, i furti, la resistenza pubblico ufficiale».

E poi tante zuffe, che non rilevano però, perché non sono quasi mai seguite dalle denunce di parte. Cifre e reati che vorrebbero ricondurre il fenomeno entro un alveo di normalità.

Eppure tra i comaschi è viva la percezione che questa zona, tra le più belle della città, non sia affatto sicura, tanto più che qui ci sono i giochi per i bambini e spaccio alla luce del sole e liti tra stranieri non è che invoglino più di tanto.

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