Paratie, nel progetto dimenticate opere per 3 milioni. «Errori, non imprevisti»

I tecnici della Regione: «Si tratta di omissioni nel progetto, per questo bisogna rifare la gara»

Opere per tre milioni di euro aggiunte nel corso degli anni e dovute a «omissioni» nel progetto. La cifra corrisponde quasi al 25% dell’importo previsto inizialmente (11,9 milioni) e quindi il Comune, norme alla mano, avrebbe dovuto rescindere il contratto con l’azienda Sacaim e procedere con una nuova gara d’appalto.

Ecco il cuore del caso paratie, messo nero su bianco nella prima relazione firmata dall’ingegner Alessandro Caloisi, che ha ricevuto l’incarico di direttore lavori dalla Regione. Il Comune ha classificato gran parte di quei 3 milioni come fondi per opere legate a «imprevisti geologici» emersi nel corso dei lavori, una classificazione che non comporta l’obbligo di risolvere il contratto in essere, ma in realtà - nella lettura prima di Anac e ora della Regione - si tratta di «omissioni progettuali».

Opere per 1,3 milioni inserite con la terza variante e per 1,3 con le varianti 1 e 2: in totale incidono per il 24,92% e quindi «eccedono il quinto dell’importo originario», motivo per cui - scrive Caloisi - si deve risolvere il contratto con Sacaim «senza alcuno spazio di valutazione discrezionale», per effetto della legge 163 del 2006 (Codice degli appalti). L’addio all’azienda veneziana e l’indizione di una nuova gara è la strada imboccata dalla Regione, che ha affidato la partita ai tecnici di Infrastrutture lombarde (Caloisi e il responsabile del procedimento Guido Bonomelli).

L’intervento dal costo più elevato tra quelli che sarebbero stati classificati in modo errato dal Comune è quello per la «modifica dei pali di fondazione della vasca A» e secondo la Regione è frutto di un «errore progettuale», non si poteva imputare a imprevisto poiché legato «alle problematiche del sedime del lago, già note negli anni 2009-2011».

I tecnici comunali e lo stesso sindaco Mario Lucini a lungo avevano parlato dell’esistenza di gravi errori nel progetto, cosa che ora trova conferme nella lettura data da Anac e Regione. Ma non hanno fatto il passo conseguente, cioè la risoluzione del contratto con Sacaim, puntando ad apportare le modifiche attraverso lo strumento della variante in corso d’opera.

Caloisi scrive che le modifiche - opportune - da apportare alla vasca “A” erano legate a cedimenti «già noti e documentati a partire dalla fine del 2009», quando emerse il problema nelle fessurazioni degli edifici sul lungolago e gli esperti conclusero che erano causate «da un fenomeno di abbassamento della falda conseguente al prosciugamento del sedime. Di conseguenza «non è possibile» giustificare con l’imprevisto geologico «la quota di lavorazioni aggiuntive sulla vasca A», di fatto finalizzate a evitare le stesse problematiche già emerse negli anni precedenti durante la costruzione dell’altra vasca. L’importo relativo a queste opere secondo la Regione va suddiviso nelle voci “adeguamento normativo” (653.682 euro) ed “errore progettuale” (792.945 euro).

In totale sono imputabili a omissioni progettuali opere per 2 milioni e 972mila euro, ben oltre il limite di legge. Bisognava dire addio a Sacaim, lo farà la Regione.

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