Parcheggio Ticosa
Villa Saporiti gela Landriscina

La firma spetta all’amministrazione provinciale. Il dirigente: «Noi pronti, ma mancano carte sulla bonifica. Le stiamo aspettando dal Comune dal 2016»

Niente parcheggio provvisorio in Ticosa senza la certificazione di avvenuta bonifica, che è di competenza dell’amministrazione provinciale. E per ottenerla di strada da fare ce n’è ancora parecchia. Adesso è il dirigente all’Ambiente di Villa Saporiti Franco Binaghi a chiarire il perché la firma sui documenti che potrebbero consentire la creazione di un parcheggio non può essere messa. «La Provincia - spiega - a cui compete il rilascio della certificazione finale di avvenuta bonifica, non l’ha rilasciata semplicemente perché la legge dice che, per poterla sottoscrivere, ci debba essere il progetto di bonifica della falda e della cella 3». Vale la pena ricordare che in quasi tutta l’area della Ticosa, ad eccezione appunto della cella 3, la bonifica è già stata ultimata e il Comune aveva anche chiesto lo stralcio della porzione dove sono ancora presenti inquinanti.

«La legge nazionale e regionale - aggiunge il dirigente - prevede che per poter rilasciare la certificazione su aree già bonificate devo avere anche le intenzioni del soggetto responsabile sulla falda e sulla cella 3. Questo non significa che la bonifica in questi due punti debba essere ultimata, ma che ci sia il progetto con i relativi tempi di attuazione approvato da tutti gli enti competenti. Quando riceverò questi due documenti firmerò la certificazione. Sono pronto a farlo da tempo e, ad essere sinceri, aspetto dall’anno scorso».

Il Comune sta effettuando un approfondimento sulla falda con l’obiettivo di dimostrare che l’inquinamento (in larga parte arsenico) non è causato dalla vecchia tintostamperia, ma da altro. Se davvero questa tesi sarà confermata dai dati scientifici, il Comune non dovrebbe più produrre nulla sulla falda. Resterebbe, invece, il nodo della cella 3. Le stime della vecchia amministrazione parlavano di un milione di euro per la rimozione dell’amianto ancora presente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA