Piscina, niente risposte ai privati
Un anno per affidare lo studio

La società Nessi & Majocchi protocollava 12 mesi fa il progetto Solo ora le verifiche economiche. Sempre peggio le condizioni della vasca

Il 6 febbraio del 2020 la società comasca Nessi & Majocchi presentava in Comune il suo progetto (in partnership con il colosso Piscine Castiglioni) per rifare completamente l’impianto di Muggiò, chiuso dal luglio del 2019 e con quasi nulle possibilità di riapertura a meno di interventi lunghi e costosi.

Piano da 7,5 milioni

In dodici mesi prima la pandemia e lo slittamento dei termini, poi la richiesta di integrazioni e, ancora, la sostituzione dei dirigenti (Andrea Pozzi se n’è andato e al suo posto il settore è stato affidato a Giuseppe Ruffo) e quella dell’assessore ai Lavori pubblici (alle dimissioni di Vincenzo Bella, a luglio, è subentrato Pierangelo Gervasoni).

Sta di fatto che finora non erano state fatte valutazioni economiche sul progetto di leasing (7,5 milioni da versare in vent’anni dall’apertura della struttura, durante i quali i privati garantirebbero la manutenzione ordinaria e straordinaria) nonostante le richieste arrivate da tempo anche dal sindaco Mario Landriscina , al punto che il settore Finanziario del Comune diretto da Raffaele Buononato (che, tra l’altro, è stato assente per un periodo) e che fa riferimento al vicesindaco Adriano Caldara, solo ora ha affidato un incarico per una valutazione sulla congruità dell’impegno economico richiesto al Comune.

E ai privati, dopo 12 mesi, non sono state date risposte (i tempi previsti inizialmente parlavano di 90 giorni). Nel frattempo la vasca è in condizioni sempre peggiori e ieri dall’incontro in videoconferenza con gli esperti che hanno valutato le attuali condizioni dell’impianto di Muggiò non sono arrivate notizie positive. Attorno al tavolo anche il sindaco e gli assessori Gervasoni e Marco Galli (allo Sport). Il risultato? Un nulla di fatto, se non la consapevolezza che serviranno interventi pesanti per pensare a una riapertura (quest’anno è praticamente impossibile) a meno, invece, di optare per il progetto dei privati che richiederà comunque almeno un anno di lavori.

«Fino a quando non sarà depositato il lavoro completo - dice Galli - sarebbe improprio fare delle valutazioni, anche perché si tratta di un lavoro dettagliato che dovrà essere analizzato dagli uffici. Inutile nascondere che stiamo parlando di un pianto molto vecchio e che richiede interventi consistenti. Andranno però ovviamente messi sul tavolo tutti gli aspetti». Il collega Gervasoni aggiunge che «la prossima settimana finiranno la relazione e ce la presenteranno. Siamo in dirittura d’arrivo, non per la riapertura dell’impianto, ma almeno per stabilire quale possa essere il destino della piscina olimpionica. I segni del tempo sono evidenti».

Futuro incerto

Insomma, da chiarire ci sono interventi necessari, tempi e costi che rischiano di essere economicamente consistenti. Con tutti gli elementi a disposizione - forse anche lo studio sulla proposta di leasing - l’amministrazione prenderà una decisione sul futuro della vasca e, di conseguenza, di migliaia di atleti e appassionati.

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