Politeama, addio a Luigi
L’ultimo operatore del cinema

«Quel teatro era la sua vita, quando ha chiuso ci è rimasto malissimo»

Il Politeama? «Era la sua vita». Luigi Li Vigni, l’ultimo operatore cinematografico della sala di piazza Cacciatori delle Alpi, è morto nei giorni scorsi, all’età di 85 anni. Se n’è andato senza aver avuto la fortuna di vedere un pezzo di storia della città e della sua vita, ritornare agli antichi splendori. Nella cabina di proiezione del Politeama Luigi Li Vigni ha lasciato un pezzo di cuore. Ventun anni passati a lavorare tra pellicole, poltrone, macchina di ripresa. Assunto nel 1984 ha lavorato nel cineteatro fino al giorno dell’ultima proiezione, nel 2005, quando in cartellone c’è il film di Martin Scorsese “The Aviator”.

«Quando il Politeama ha chiuso - rivela Alberto, uno dei cinque figli del signor Luigi - ci era rimasto malissimo. Era la sua vita. Faceva di tutto, non solo l’operatore: se c’era da sistemare le poltrone ci pensava lui, se c’erano lampadine da cambiare era lui che interveniva, quando bisognava pulire gli schermi ancora lui».

Era arrivato al Politeama 32 anni fa dopo aver lavorato anche all’Astoria prima e la Moderno poi. Alla chiusura di quest’ultima sala aveva trovato lavoro in piazza Cacciatori delle Alpi. «Era un uomo appassionato, di cucina, di elettronica, di radio, di orologi, di storia e di cinema. Lo ricordo sempre in divisa: con il camice al Politeama, con il camice verde in garage a costruire e riparare le radio, con il grembiule per cucinare; era sempre affaccendato» lo ricorda Doriana, una delle sue nipoti.

La passione per le radio e l’elettronica, poi diventata passione e professione con le cineprese delle sale cinematografiche, è iniziata quando era militare. «Era stato centralinista e aveva iniziato ad appassionarsi alle apparecchiature elettroniche» dice ancora Alberto.

Finito il servizio militare, negli anni Sessanta si è specializzato in teoria e pratica radio. Quando non lavorava al Politeama, era sempre impegnato nel suo garage-laboratorio dove faceva rivivere vecchie radio a transistor, autentici pezzi da collezione.

Al signor Luigi sarebbe piaciuto rivedere il Politeama rivivere. Ma ad oggi ogni tentativo di far risplendere l’antica sala («Mio padre diceva che aveva un suono eccezionale, una delle sale migliori per l’acustica») è naufragato. Nonostante le promesse di tutti questi anni. L’ultima all’inizio del 2015, quando il sindaco Mario Lucini aveva detto: «Questo sarà l’anno della svolta».

Costruito nel 1909 e inaugurato con una rappresentazione della Bohème nel 1910, il Politeama è diventato lui stesso protagonista di una pellicola cinematografica, quando Paolo Virzì ha scelto proprio la storica sala comasca per denunciare l’ingratitudine tutta italiana nei confronti dell’arte e della cultura. Una cultura che Luigi Li Vigni, l’ultimo operatore del Politeama, ha respirato e vissuto per oltre vent’anni.

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