Poste, quanti disagi: chiusi 82 uffici
Da lunedì lettere a casa a giorni alterni

Massiccia adesione alla protesta organizzata dai sindacati contro la riorganizzazione. Consegne solo lunedì, mercoledì e venerdì: si parte dalle zone di Como, Olgiate e Lomazzo

Sciopero delle poste, a Como più di 80 uffici ieri sono rimasti chiusi, forti disagi allo sportello del recapito di via Gallio. Se l’obiettivo dello sciopero indetto da tutte le sigle sindacali per il comparto postale era quello creare di creare disagi ai cittadini, si può dire che è stato ampiamente centrato: secondo fonti aziendali nella nostra provincia su un totale di 190 uffici postali 82 sono rimasti sbarrati.

Su un migliaio di addetti comaschi i lavoratori in scioperosono stati circa 300, secondo fonti interne esattamente 235.

Le piccole realtà, ad esempio le poste dell’Alto lago o dell’Erbese, non sono state difficili da mandare in crisi, spesso si tratta di uffici mono operatore, quindi è sufficiente una sola assenza per chiudere baracca.

Più complicato bloccare i grandi dipartimenti, eppure ieri mattina il servizio in via Gallio, uno degli uffici postali più importanti della città, non funzionava, c’erano code, domande inevase, assai difficile andare a ritirare la corrispondenza, anche per le lettera urgenti e importanti.

Sempre riportando le stime dei sindacati in quell’ufficio erano presenti solo 7 lavoratori su un totale di 70. L’agitazione qui ha attecchito molto forse perché la manifestazione, con un corteo a Milano in piazza affari, voleva protestare proprio contro il taglio del recapito postale, che da fine mese anche a Como diventerà a giorni alterni.

La posta arriverà a casa al lunedì, al mercoledì e al venerdì, la settimana seguente al martedì e al giovedì (si parte dalle zone di Como, Olgiate e Lomazzo). Garantita solo la posta prioritaria, le raccomandate, gli avvisi di Equitalia con un postino plus sempre attivo. Per restare all’ufficio di via Gallio la posta a giorni alterni potrebbe provocare un taglio al personale del 30%.

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