Premi in denaro ai docenti migliori
Ma da Roma non arrivano i soldi

Lo prevede la riforma della scuola: i presidi dovranno pagare entro agosto

In città non si è visto un euro. Dibattito: rendere noti i nomi dei premiati?

È ora di dare il bonus ai docenti più bravi, ma i soldi dal ministero non sono ancora arrivati.

Entro il 31 agosto tutte le scuole devono pubblicare le cifre riconosciute per ragioni di merito agli insegnanti, uno dei punti cardine della riforma della buona scuola, eppure gli istituti, al momento, non dispongono delle risorse promesse dal governo. Senza copertura verranno firmati dei “pagherò”.

Quest’anno per la prima volta tutte le comunità scolastiche in maniera indipendente dovevano decidere a quali docenti assegnare un bonus economico, un tesoretto calcolato in base al numero di insegnanti presenti nell’istituto. Per citare due esempi comaschi, il Giovio, dove lavorano 120 insegnanti, per questo capitolo dispone di circa 27mila euro, mentre l’istituto comprensivo Como centro città, con 150 docenti, di circa 30mila.

I criteri per scegliere gli insegnanti più bravi hanno fatto molto discutere il corpo docenti, ogni scuola ha fatto di testa propria: c’è chi ha coinvolto genitori e studenti con un questionario, chi ha scelto di premiare i docenti che fanno attività fuori dal normale orario, in altri casi i dirigenti scolastici hanno forzato la mano per avere l’ultima parola. I risultati sono di due tipi: un bonus molto corposo a pochi insegnanti, con il rischio di attirare invidie e creare malumori, oppure un bonus a pioggia a quasi tutti, così da non scontentare nessuno.

«Il ministero ci ha comunicato a metà giugno la cifra che abbiamo a disposizione per il bonus - spiega Valentina Grohovaz, dirigente nell’istituto comprensivo Como centro città -. Durante l’anno avevamo fissato i criteri per l’assegnazione di questo premio. Ancora però i fondi non si vedono, noi dobbiamo pubblicare scelte e decisioni entro e non oltre il 31 agosto».

«La comunicazione è arrivata, i soldi no - conferma anche Marzio Caggiano, il preside del Giovio - noi non abbiamo ancora definito la scelta, dobbiamo ancora fare alcuni distinguo. Speriamo che la pubblica amministrazione risponda alle scadenze, così non fosse procederemo per un decreto sospensivo».

La sospensione dura fintanto che arrivano i soldi, poi il bonus viene versato, è un po’ come succede con i pagherò. «Mi stupirebbe che i fondi arrivino per tempo - ironizza Enrico Tedoldi, dirigente alla Magistri - da anni lottiamo con stanziamenti ritardatari». «Spero proprio che le risorse vengano assegnate - ragiona Roberto Peverelli, dirigente del Setificio - sarebbe uno smacco troppo grande. Anche noi al Setificio abbiamo, quasi, deciso». Queste scelte possono spaccare il corpo docenti, sono molto delicate. Alcuni istituti comaschi infatti per ragioni di privacy sono intenzionati a non pubblicare i nomi dei premiati, solo le cifre riconosciute, altrove invece sono pronti a elencare nomi e cognomi.

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