Prof, quanti buchi nelle scuole
Gli italiani preferiscono il Ticino

Un terzo dei candidati al concorso svizzero per insegnare sono frontalieri
Stipendi da 5mila franchi, tanti posti e non è necessario parlare tre lingue

Nelle scuole di Como mancano gli insegnanti, sarà forse che al concorso a cattedra in Ticino un candidato su tre era italiano.

Mancano soprattutto docenti di matematica e di sostegno. Da pochi giorni si sono chiuse le candidature per il concorso a cattedra in Ticino, anche in territorio svizzero le scuole faticano a trovare docenti e così coprono il fabbisogno con insegnanti stranieri. Su 2189 candidati totali gli italiani erano 421, è il 20%, se guardiamo ai soli nuovi docenti, a chi non ha mai lavorato alle dipendenze del Canton Ticino, questa percentuale supera il 33%.

Fino al 2011 per salire in cattedra a Bellinzona o a Mendrisio bisognava conoscere tutte le lingue confederali, italiano, francese e tedesco, l’obbligo è stato poi cancellato lasciando solo una corsia preferenziale per chi padroneggia meglio le lingue.

Si sono così spalancate le porte delle scuole ticinesi agli insegnanti frontalieri, negli ultimi cinque anni i candidati docenti non svizzeri ai concorsi sono raddoppiati.

A fare la differenza è soprattutto la paga, per una cattedra da 25 ore lo stipendio medio in Ticino è di 5mila franchi, da noi i supplenti per mesi e mesi hanno aspettato i pagamenti versati con il contagocce dal ministero. Per coprire la carenza di organico in zone distanti come Porlezza la preside ha di recente proposto di assegnare un bonus casa ai docenti meridionali per trattenerli sul nostro territorio, al sud c’è grande disponibilità di insegnanti, ma mancano le cattedre. La Svizzera però non è così lontana.

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