Rapinese ai comaschi: «Pretendete tutto
ma non collaborate»

A La Provincia Il sindaco se la prende con cittadini e attività. Dai rifiuti abbandonati alle tasse non pagate, al verde. «Ignorati per trent’anni, ora ci chiedono l’impossibile»

«Il comasco medio non solo non collabora con l’amministrazione, ma è anche ostico. Però pretende e si lamenta». A lanciare l’accusa verso i suoi cittadini è il sindaco Alessandro Rapinese. «Tutti - dice - hanno percepito il fatto che siamo un’amministrazione dinamica e volonterosa, qualcuno ne mette in dubbio le capacità e questo, pur non condividendolo, ci può anche stare. Ma di certo di collaborazione dai cittadini e dalle attività ne stiamo avendo veramente poca, se non zero». 

Rapinese non le manda a dire e fa anche degli esempi. Il primo è quello che riguarda la raccolta dei rifiuti con continue segnalazioni di sacchi - ma anche arredi e qualunque genere di ingombranti - messi in strada in giorni ed orari sbagliati. «Basta vedere - le parole del sindaco - cosa succede con la nettezza urbana e i rifiuti. Se può essere vero in un caso su dieci che il problema sia legato alle difficoltà con il nuovo servizio, negli altri nove casi parliamo di centinaia di sacchi abbandonati in violazione delle regole». Fin da subito a Palazzo Cernezzi hanno dato disposizioni ad Aprica di non ritirare i sacchi, ma di mettere un adesivo che indica il conferimento non corretto e, da settembre, sono scattate anche le multe. In via Milano un residente, dopo essere stato identificato si è visto recapitare una sanzione da 600 euro per aver depositato in strada masserizie e rifiuti vari. E attacca ancora: «Le sigarette per terra non sono io a buttarle, eppure le vedo in tutta la città...».

Sempre in tema di rifiuti Rapinese cita anche la Tari, dove nell’ultimo anno sono stati scoperti cittadini e attività del centro nemmeno iscritti e che, di conseguenza, non avevano mai versato un euro. A questi vanno anche aggiunti i casi di coloro che, invece, non risultano in regola con i pagamenti: c’è chi ha accumulato debiti per diverse migliaia di euro. «Se devo continuare a scandagliare gli archivi Tari come stiamo facendo - sbotta Rapinese - ci metteremo anni a beccare tutti e, per questo, abbiamo previsto di esternalizzare il servizio di riscossione. Se i cittadini facessero la loro parte e si iscrivessero alla Tari, pagheremmo tutti meno e l’amministrazione si potrebbe occupare di altre cose».

Altro capitolo è quello della Polizia locale: «I comaschi si lamentano che non fa abbastanza, ma sono fuori per i rifiuti, i divieti di sosta, i clandestini, il degrado, i writer...A Como dovrei avere 84mila agenti, uno per ogni cittadino».

Tra gli esempi della mancanza di collaborazione il sindaco cita anche le società sportive alle quali è stata notificata nei giorni scorsi la richiesta di mettersi in regola con i pagamenti delle utenze (luce, gas, acqua) rimasti a carico dell’amministrazione comunale nonostante in diversi bandi fosse previsto l’obbligo di voltura. Le stime complessive parlano di un totale di circa mezzo milione di mancati pagamenti, dal 2018 a oggi. «Ma le sembra possibile - incalza il sindaco - che dobbiamo andare a bussare a società sportive che dovrebbero essere il trionfo dell’educazione e del rispetto delle regole per far sì che tengano fede ad accordi presi cinque anni fa? Società che hanno giocato a nascondino per cinque anni, mentre mi capitava di vedere le luci dei campi accese senza nessuno in campo. Non si sono intestati i contatori e pensavano di intestarli alla città».

Nelle scorse settimane Rapinese si è più volte scagliato contro le associazioni d’Arma e la bocciofila ex Combattenti («vanno avanti a oltranza ad occupare gli spazi facendo finta di nulla»), ancora prima contro il mercato dei produttori che avevano accumulato un maxi debito con il Comune e ora cita anche i proprietari di case. «Il loro verde - dice - invade gli spazi pubblici, ma se ne fregano». Insomma, un quadro di difetti “infinito: «Abbiamo trovato una città completamente non governata e i cittadini si sono abituati a non doversi confrontare con un’amministrazione presente e che pretende di cambiare le cose. Si è sviluppata una ostilità come se l’attuale amministrazione fosse popolata da persecutori, ma in realtà vogliamo solo ripristinare l’ordine. Per trent’anni nessuno ha dato retta al cittadino comasco che, oggi, pretende l’impossibile. Sembra che di tutto quello che stiamo facendo, dalla Sinigaglia ai cantieri, non basti mai. Mi piacerebbe respirare un clima completamente diverso, ma non ci tiriamo indietro. Anzi».

Gisella Roncoroni

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