Respinta a Oxford
«Per fare medicina
il Volta non va bene»

Il sogno della brillante studentessa è iscriversi alla prestigiosa università britannica. Ma non può nemmeno tentare il test d’ammissione

Una promettente studentessa del Volta vuole fare medicina ad Oxford, ma al blasonato ateneo inglese non va bene il diploma del più blasonato liceo cittadino, bisogna aver fatto il liceo scientifico.

L’Ordine dei medici di Como approfondirà la vicenda. Maja Sternai, una rappresentante degli studenti del più antico liceo della città, si sta interessando per capire quale strada imboccare dopo la maturità, a lei manca ancora un anno ma è già sicura di voler frequentare una facoltà di medicina, possibilmente all’estero.

Per questo sta ottenendo tutte le certificazioni del caso relative alla conoscenza della lingua inglese, si sta impegnando per superare dei test internazionali che riguardano le materie scientifiche e si sta documentando per capire come superare i difficili test d’ingresso. Oxford ha un certo fascino, per cui ha scritto allo sportello dedicato all’orientamento dell’università britannica.

«Mi hanno dato tutte le informazioni del caso, ma hanno anche detto che no, io non posso nemmeno tentare il test – racconta Maja – perché ho fatto il classico, mentre avrei dovuto fare lo scientifico». Secondo Oxford per la professione medica serve una forte preparazione in materie come matematica, chimica, fisica e biologia, dalla comparazione dei sistemi scolastici hanno reputato più adatto il liceo scientifico.

Oltre ai voti eccellenti non basta che questa brillante ragazza stia affrontando dei test sull’area scientifica in lingua inglese. «Con l’aiuto dei miei docenti ho inviato una risposta ad Oxford – spiega ancora Maja – cercando di argomentare la validità dei nostri studi e del nostro liceo. Venerdì mi hanno risposto, gentilmente, con un definitivo no». In Italia non ci sono vincoli specifici per entrare a medicina, può provarci uno studente del classico o dello scientifico, come pure un ragioniere o un perito grafico. Certo i test d’ingresso sono molto più che selettivi. «Ho seguito questa alunna e ho letto la bella risposta che ha inviato a Oxford – dice Nicoletta Moro, docente del Volta – è un requisito d’ammissione che ci ha lasciati tutti straniti. Mi fa piacere che una studentessa cerchi di smuovere le acque chiedendo spiegazioni agli inglesi».

Soprattutto se al Volta si sono formate generazioni e generazioni di medici comaschi, molti dei più noti camici bianchi lariani hanno fatto il liceo classico di via Cesare Cantù. Non a caso Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici di Como, egli stesso un voltiano, ha promesso di interessarsi al caso. La quasi totalità degli studenti usciti dal Volta, oltre il 90%, si iscrive all’università, storicamente medicina è uno dei corsi di laurea più gettonati. È interessante notare come il successo formativo all’università per i voltiani sia molto confortante anche nelle lauree sanitarie e scientifiche, lo testimoniano i dati pubblicati dal sito ministeriale “scuola in chiaro” e da “Eduscopio”, lo strumento orientativo della Fondazione Agnelli.

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