Rissa di Monte Olimpino
Condannati ma liberi
Revocata l’accoglienza

Rapinese propone il coprifuoco notturno nei centri di accoglienza

Liberi tutti, dopo solo due notti passate in gattabuia per una rissa che ha agitato il sabato notte a Monte Olimpino. I quattro arrestati sono comparsi davanti al giudice ed hanno patteggiato condanne tutto sommato neanche troppo lievi per i reati di rissa aggravata e resistenza a pubblico ufficiale: un anno e sei mesi, pena sospesa e in libertà, per i tre giovani gambiani tutti e tre poco più che ventenni e richiedenti asilo, per i quali la prefettura, all’esito del procedimento giudiziario, ha disposto però la revoca delle misure di accoglienza. Vuol dire che non potranno più essere ospitati nei centri a spese dei contribuenti italiani, e che il loro status non è più quello di richiedenti asilo, ma di clandestini, e quindi destinati all’espulsione.

Un anno e quattro mesi invece è la pena che è stata patteggiata dal cittadino marocchino, 36 anni. Ha uno zigomo fratturato e una sospetta frattura alla mascella. Senza fissa dimora, dovrà essere sottoposto a intervento chirurgico nei prossimi giorni.

Non è stato possibile invece risalire ad altri partecipanti alla rissa, dileguatisi all’arrivo della Squadra volante della Questura.

Intanto, dopo l’aggressione di tre ragazze da parte di un nigeriano già espulso e la sassaiola contro la polizia di tre richiedenti asilo, Alessandro Rapinese, capogruppo della sua lista civica, chiede la linea dura con l’istituzione di una sorta di coprifuoco per gli stranieri che si trovano in strutture di accoglienza. «Valutato il crescente e considerevole numero di richiedenti asilo presenti in città, dei quali si hanno a disposizione scarse informazioni, l’escalation criminale ad essi imputabile in corso (violenze, spaccio, molestie, risse ecc.), soprattutto nelle ore serali - scrive nella mozione che ha depositato a Palazzo Cernezzi - al fine di garantire maggior sicurezza alla cittadinanza impegna il sindaco Mario Landriscina a chiedere al prefetto di anticipare alle ore 20 (fino alle 8 del mattino seguente) il rientro serale dei richiedenti asilo nelle strutture di accoglienza site nel Comune di Como». Lo stesso consigliere aggiunge che «la misura è già applicata in alcuni comuni, che hanno ridotto gli orari nei quali i richiedenti asilo possono girare tranquillamente» e che «la cittadinanza si sentirebbe più sicura, anche perché vorrebbe dire che dalle 20 in poi chi resterebbe per strada, molto probabilmente non rispetta le norme ed è sul territorio comunale in modo irregolare». Rapinese chiude dicendo che «non si tratta di limitazioni alla libertà personale poiché già oggi sono previsti orari di rientro; si tratta solo di anticiparli». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA