Sanità, liste d’attesa lunghe
Ora arriva la scorciatoia

«Obbligatorio fornire i tempi di tutte le strutture». E se nemmeno una nella zona rispetta il tetto massimo si può chiedere il regime privato pagando solo il ticket

Per una “prima visita” non dovremmo attendere più di 30 giorni, per un esame la soglia massima è di 40 oppure 60 giorni. Ma non sempre le prestazioni vengono erogate dalle strutture sanitarie nei tempi previsti dalle norme. Per alcune tipologie di esami diagnostici e visite i comaschi aspettano anche cento giorni, persino 150. Si va dalla Tac alla visita chirurgica, ma l’elenco è lungo.

Oggi verranno annunciati ai direttori generali di ospedali e Ats, convocati a Milano dalla stessa Regione, i provvedimenti studiati con l’intento di ridurre le famigerate liste d’attesa.

Saranno interventi “di sistema” e si partirà dall’aspetto informativo. Alle aziende verrà chiesto, in sintesi, di mettere a disposizione degli utenti informazioni sui tempi d’attesa di tutte le strutture del territorio.

Oggi verrà annunciata anche una seconda novità importante. A tutte le aziende sanitarie verrà chiesto di affiggere agli sportelli un cartello per far conoscere ai cittadini una norma nazionale tanto vecchia quanto - finora - inapplicata. Risale al 1998 e prevede che, nel caso in cui sul territorio non ci siano ospedali in grado di offrire quella determinata prestazione nei tempi stabiliti, l’utente possa legittimamente chiedere di ottenere la visita o l’esame in regime di libera professione «pagando solo il ticket».

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