«Sanitari, dobbiamo fermare la fuga da Como»

La mossa L’assessore regionale Bertolaso si rivolge al governo e chiede di rendere più concorrenziali i salari. E ai professionisti che scelgono la Svizzera dice: «Intollerabile che lo facciano solo perché guadagnano di più»

Incentivi per i medici e gli infermieri di confine per fermare la diaspora verso la Svizzera. Durante l’ultima audizione in consiglio regionale l’assessore al Welfare Guido Bertolaso è intervenuto sulle difficoltà della sanità lombarda e in particolare sulla carenza del personale sanitario.

«Esiste un problema di reclutamento di figure mediche – ha detto Bertolaso - dovuto in parte alla scarsità di candidati e in parte al divario retributivo tra l’Italia e le nazioni vicine. Per noi la Svizzera che rappresenta un’attrattiva importante per i giovani medici e sanitari. Regione Lombardia ha suggerito al Governo centrale interventi per rendere più competitive le retribuzioni offerte dalle nostre strutture sanitarie. Se verranno accolti, la risposta ai prossimi bandi di concorso dovrebbe coprire le disponibilità di posti e si potrà così completare i nostri programmi».

Gli incontri a Roma

I programmi a cui Bertolaso fa rifermento sono quelli per aprire gli ospedali e le case di comunità, dei nuovi servizi di prossimità per le cure non urgenti che però sono ancora orfani di medici e infermieri. Bertolaso ha anche detto di trovare intollerabile che i giovani medici di Como, Lecco e Varese «scelgano di esercitare in Svizzera, coprendo la stessa distanza che farebbero per andare a Milano, ma passando il confine perché lì hanno retribuzioni più alte». Dal Pirellone fonti vicine all’assessore confermano la sua presenza in questi giorni a Roma per discutere dell’argomento con i Ministeri interessati. La contrattazione, spiegano, è una leva che si può affrontare solo a livello nazionale. Dal nostro territorio più volte si sono levate voci che proponevano un incentivo di confine per evitare la fuga dei camici bianchi in Svizzera. All’inizio dell’anno la Uil Fpl del Lario ha raccolto più di mille firme consegnato alla Regione una petizione. Ogni volta che la Svizzera fa partire un piano d’assunzione a Como e Varese i reparti e gli ambulatori si svuotano. Anche l’Asst Lariana ha evidenziato la stessa criticità, alla luce dei tanti bandi aperti per assumere che sul nostro territorio vanno a vuoto. Ma del resto fare di conto è facile.

L’abisso di salario

Solo a titolo d’esempio, un giovane infermiere appena specializzato, a Como prende al mese circa 1500 euro, superata la frontiera anche più di 4.500 euro. Il comparto sanitario ticinese occupa circa 16mila professionisti, di questi 4300 sono frontalieri e il 70% arriva dalla Lombardia e in particolare dalle fasce di confine. Le posizioni scoperte nel Cantone sono diverse centinaia, circa 7mila in tutta la confederazione. Nel Comasco secondo le ultime stime calcolate in base alla popolazione residente tratte da Agenas, l’agenzia dei servizi sanitari regionali, mancano circa 500 infermieri. Servono circa 200 assunzioni per aprire le case e gli ospedali di comunità, per ora mezzi vuoti, ma il buco è enorme anche nelle 54 case di riposo per anziani.

Questo vale per gli infermieri, ma sul territorio manca il 30% del fabbisogno totale di psichiatri, un ambulatorio di medicina generale su tre è vacante, specialità come nefrologia e cardiologia non si trovano nel pubblico, senza citare le difficoltà in Pronto soccorso. .

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