Shopping e ressa natalizia in centro
«Servono sensi unici per i pedoni»

Le minoranze contro l’amministrazione:«Da un sindaco medico ci aspettavamo altro»

Como

Folle di ragazzi lungo le vie e nelle piazze del centro, folle a fare shopping, arginare la marea non è facile ma secondo le opposizioni in consiglio comunale qualcosa in più poteva essere fatto.

Il Pd per esempio propone, come già si pensava a marzo, di regolare i flussi pedonali nella città murata. «L’idea che la zona gialla consista in un liberi tutti mette a rischio la salute – dice il consigliere comunale democratico Gabriele Guarisco -. Bisogna tenere alta l’attenzione. Nel concreto decreti governativi a parte qualcosa possiamo fare anche a Como. A marzo il Comune girava con la camionetta e il megafono per ricordare ai cittadini del lockdown. Oggi nei giorni critici dello shopping natalizio potremmo cercare di regolamentare l’accesso dei pedoni al centro storico. Indirizzare le persone in maniera da rendere più fluido lo scorrimento. Ad esempio in via Vittorio Emanuele si scende e in via Bernardino Luini si sale. I sindaci hanno un ruolo. Prima di arrivare alle chiusure totali possiamo provare a sensibilizzare e agevolare il nostro vivere quotidiano».Alcune cittadine di media grandezza, per esempio Treviso, hanno in parte bloccato l’accesso in centro. «Secondo me l’amministrazione comunale sta subendo la pandemia – commenta Fabio Aleotti, capogruppo del M5S –, senza attuare possibili soluzioni di cui si discute da marzo. Non si muove nulla. Alla ripresa della scuola come socio di maggioranza di Asf poteva chiedere corse e orari migliori per i bus degli studenti. Sugli hotel Covid che servivano ad aprile e a ottobre siamo arrivati a metà novembre con una struttura aperta dall’Ats Insubria a Lomazzo. Per la gestione dei senzatetto positivi c’è voluto l’aiuto dell’Asst Lariana. Facile non sarà, ma il tempo per programmare c’era. Soprattutto sui controlli, bisognava mettere in campo più agenti per controllare gli accessi a piazze, parchi e vie».

«La folla domenica era immaginabile e particolari controlli non si notano – dice Ada Mantovani dai banchi del gruppo misto –. La responsabilità è dei singoli, sì, ma un sindaco medico potrebbe anche far sentire più forte la sua voce. Appelli, moniti, fanno parte del ruolo del primo cittadino abbinati a controlli più rigorosi». Non esistono soluzioni magiche e un singolo Comune non può da solo contrastare una pandemia. «No, certo, però è facile anche non fare nulla – dice Fulvio Anzaldo, consigliere della minoranza Rapinese sindaco – in pieno lockdown ad aprile questa amministrazione ha approvato gli eventi natalizi. Forse si potevano immaginare soluzioni più realistiche e tangibili». Quello che i medici chiedono sono anzitutto i controlli, la presenza delle forze dell’ordine. «Ed invece i controlli sono scarsi, ordinari, c’è poca prevenzione circa assembramenti e folla – commenta Guido Rovi per la minoranza Civitas –. Mi pare che sul versante della pandemia l’amministrazione sia piuttosto assente. Da un lato c’è la propaganda pro sicurezza, poi però all’atto pratica mancano i vigili per strada».

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