Sono 134 i minorenni in carico al Comune e da gennaio sono stati spesi 2,2 milioni. Rapinese accusa: «Roma dov’è?»

Stranieri Il sindaco: «Ingiusto, ma in alto non ci sentono. Ditelo ai vostri partiti»

Il Comune per accogliere i minori non accompagnati tra gennaio e settembre ha speso 2 milioni e 200mila euro. Per il sindaco Alessandro Rapinese «è una vessazione» tutta Italia dovrebbe farsene carico. Dall’inizio dell’anno al 30 settembre i minori senza genitori o tutori rintracciati sul territorio comunale sono stati 304, quelli in carico al Comune sono 134. La differenza è rappresentata da adolescenti tra i 15 e i 17 anni che scappano, decisi a concludere il loro viaggio. La spesa per Palazzo Cernezzi è davvero ingente e lo è da anni. L’amministrazione comunale paga delle comunità affinché seguano questi minori e le tariffe giornaliere vanno da 50 euro fino a 135 euro. Si sfiorano i tre milioni di spesa all’anno e non siamo nemmeno in un periodo con forti flussi migratori.

«È un’iniquità e la nazione se ne frega le normative vanno riviste, non è giusto che i minori non accompagnati a due passi dalla frontiera vengano tutti consegnati al Comune di Como»

Così ha spiegato la vice sindaco e assessore ai servizi sociali Nicoletta Roperto in consiglio comunale. Il fatto contestato dal primo cittadino è che i minori non accompagnati devono per legge essere presi in carico dal dall’ente comunale dove il minore è stato rintracciato. E Como è vicino alla frontiera. «È un’iniquità e la nazione se ne frega – ha detto Rapinese – le normative vanno riviste, non è giusto che i minori non accompagnati a due passi dalla frontiera vengano tutti consegnati al Comune di Como. La sola ragione per cui dobbiamo per forza farcene carico è che siamo vicino alla Svizzera. È una vessazione. Tutti noi comaschi dovremmo intervenire. L’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, è ben informata sull’argomento e ritiene si tratti di un’ingiustizia. Ma dall’alto non ci sentono». Su questa tematica la giunta ha promesso diversi incontri con la Prefettura e con altre amministrazioni comunali sensibili all’argomento. «Ditelo per favore ai vostri colleghi di partito – ha detto ancora Rapinese all’aula - raccontategli del caso Como». Il riferimento è agli esponenti locali del Pd, della Lega, di Fdi affinché l’accoglienza dei minori non accompagnati venga affrontata a livello statale, con una distribuzione più equa.

No a nuovi dormitori

Il dibattito in consiglio comunale è scaturito in seguito ad un intervento dalla leghista Alessandra Locatelli che chiedeva alla maggioranza di impegnarsi a non creare più luoghi d’accoglienza. Al contrario le minoranze di centrosinistra, Svolta Civica e Pd, hanno spiegato che non è ragionevole negare a prescindere una possibilità in caso di future necessità. L’attuale maggioranza non vuole costruire nuovi dormitori, ma sui minori senza genitori e tutori deve per legge intervenire e non intende venire meno ai sui impegni. Degli impegni però molto costosi che pesano sul bilancio di una singola città. All’interno dei numeri forniti dal Comune ci sono anche minori presenti a Como ospiti delle realtà caritatevoli. Ad esempio la parrocchia di Rebbio accoglie a sue spese molti giovani. Per la gestione dei minori senza tutori a Tavernola sette anni fa è stato chiuso un centro, oggi l’edificio è abbandonato.

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