Strage di Erba, cosa può succedere adesso

La richiesta di revisione La Corte di Appello si è limitata a valutare che il ricorso non è palesemente inammissibile. Ma potenzialmente la condanna potrebbe anche essere annullata

«Si riapre il processo di Erba!! Ma allora avevano ragione i difensori». Basta presentare una notizia in modo “suggestivo”, soprattutto seguendo l’eco di certe campagne televisive, ed ecco che tutti si lanciano sul carro degli innocentisti. In verità il decreto di citazione della Corte d’Appello di Brescia non riapre affatto il processo di Erba, come frettolosamente scritto e affermato.

In realtà la vera novità della fissazione dell’udienza dell’1 marzo prossimo è che i giudici della Corte d’Appello di Brescia non hanno ritenuto la richiesta di revisione «manifestamente infondata». Per la difesa sicuramente una buona notizia, perché i legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano hanno la chance di argomentare le presunte nuove prove che a loro giudizio consentirebbero la riapertura del processo, ma da qui a parlare di “via libera alla revisione” il discorso è ben diverso.

Ma quali sono gli scenari possibili? L’udienza dell’1 marzo sulla richiesta di revisione può concludersi in due modi. Il primo: accoglimento dell’istanza di revisione e quindi via al processo di revisione, con l’ammissione delle asserite nuove prove (tutte o in parte); il secondo: accoglimento dei motivi di inammissibilità e, di conseguenza, conferma della condanna.

Qualora la richiesta revisione venisse accolta, si aprono due ulteriori scenari. Il primo: alla luce del dibattimento sulle nuove prove i giudici potrebbero accogliere l’istanza di revisione e, quindi, emettere una sentenza di annullamento della condanna con conseguente proscioglimento. Tradotto Rosa Bazzi e Olindo Romano potrebbero uscire di carcere, e il caso ripartirebbe da zero.

Il secondo: i giudici emettono sentenza di rigetto della richiesta di revisione (che in ogni caso non pregiudica il diritto di presentare ulteriori istanze, purché innovative).

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