Terremoto a L’Aquila
Premio al dono de La Provincia

Il progetto realizzato con i fondi per il sisma raccolti tra i lettori de “La Provincia” ha vinto l’Iconic Awards

Cuore e bellezza. Il progetto per il centro di aggregazione per giovani e anziani realizzato con i fondi generosamente donati dai lettori de La Provincia per aiutare la popolazione abruzzese colpita dal terremoto ha vinto un prestigioso riconoscimento internazionale. L’edificio inaugurato poco meno di un anno fa a Poggio Picenze, centro a una manciata di chilometri da L’Aquila rimasto quasi completamente distrutto nel sisma del 6 aprile 2009.

Nei giorni scorsi la giuria del prestigioso Iconic Awards, una piattaforma internazionale che mette in collegamento architetti e industria del design e della costruzione e che ogni anno bandisce un premio suddiviso in varie categoria per dare un riconoscimento ai migliori progetti, ha comunicato allo studio di architettura Burnazzi-Feltrin la notizia tanto attesa.

«Non ce lo aspettavamo, ma è successo - è stato il commento di Davide Feltrin ed Elisa Burnazzi, gli architetti che hanno realizzato il progetto di Poggio Picenze - Il centro di aggregazione per giovani ed anziani ha vinto l’Iconic Awards “Best of Best”, nella categoria Edifici pubblici».

Il premio sarà consegnato materialmente il 4 ottobre prossimo durante la Expo Real di Monaco di Baviera. I due professionisti che hanno firmato il progetto finanziato dai lettori de La Provincia e dalla Nazionale italiana cantanti condivideranno il palco con architetti provenienti da Tokyio, Dubai, dagli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda, da Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania. Costato 828mila euro, soldi per la maggior parte dei quali raccolti grazie alla generosità dei lettori de La Provincia che hanno messo direttamente mano al portafoglio nelle settimane successive al terremoto o che hanno dato il loro 5 per mille alla onlus Un Salvadanaio per l’Abruzzo, l’edificio è dedicato ad Alena, Loris e Valbona, tre bambini di Poggio morti la notte del terremoto.

L’edificio, inaugurato alla fine del settembre scorso, è stato pensato «perché fosse portatore del valore della memoria» e allo stesso tempo potesse «ispirare nei suoi fruitori una rinnovata fiducia nella natura», quella natura che sei anni e mezzo fa ha trasformato L’Aquila e i paesi attorno in cumuli di macerie.

Lo studio Burnazzi / Feltrin, con sede a Trento e Rimini, aveva partorito un edificio il cui «andamento a zig-zag dei volumi, rielaborando l’opera il “Grande Cretto” di Burri eseguita dopo il terremoto del Belice del 1968, vuole evocare delle ideali crepe, ricordo dell’evento sismico verificatosi. Nel contempo, trattandosi di un edificio rivestito in legno e coperto a verde, il progetto vuole ispirare nei suoi fruitori una rinnovata fiducia in essa e nell’uomo; i ragazzi e gli anziani si ritrovano assieme in un edificio integrato nel verde, avendo la possibilità di coltivare la speranza nel futuro». Un’idea premiata a livello internazionale. Un premio che, idealmente, è dedicato anche a tutti i lettori del nostro quotidiano.

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