Ticino, proposta dei leghisti
«I frontalieri paghino l’entrata»

In discussione a Berna una mozione del parlamentare Quadri

«Chi viene in Svizzera a lavorare, genera costi per la collettività»

Una ne fa e cento ne pensa, Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, il partito fondato dall’istrionico Giuliano “Nano” Bignasca, scomparso nel marzo 2013. La prossima settimana, il Consiglio nazionale - la Camera bassa del Parlamento svizzero - esaminerà e, soprattutto, metterà in votazione una mozione griffata Quadri in cui si chiede l’istituzione di una «tassa d’ingresso per i frontalieri». Argomento già balzato agli onori delle cronache lo scorso aprile, quando proprio Lorenzo Quadri sposò in toto la tesi di Reiner Eichenberg, direttore del seminario per la Scienza delle Finanze dell’Università di Friburgo, che aveva definito il balzello “legittimo e giustificato”.

Il ragionamento di base da cui parte il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi è il seguente: «Un frontaliere può permettersi di vivere bene con una paga che nel nostro Cantone non basta nemmeno lontanamente ad arrivare a fine mese. Dunque: le pari opportunità non sono per nulla date». Da l’idea di una mozione per spingere Berna ad introdurre la nuova tassa, 500 franchi per ogni singolo lavoratore, che - spalmata sui 62 mila frontalieri occupati oggi in Ticino - porterebbe nelle casse cantonali 31 milioni di franchi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA