Troppi migranti alle mense
E via Regina apre agli esterni

L’obiettivo è quello di diminuire la pressione sulle mense cittadine, nelle quali le presenze sono in continuo aumento

Il centro di accoglienza temporanea di via Regina Teodolinda aprirà le proprie porte per i pasti ai migranti in transito non accolti nella struttura. La decisione, operativa con tutta probabilità già dai prossimi giorni, è stata presa per diminuire la pressione sulle mense cittadine: da inizio anno, infatti, le presenze sono cresciute in maniera importante così da spingere la Caritas ad attivare, nei mesi scorsi, una seconda mensa diurna (che affianca quella delle suore vincenziane) in via Lambertenghi, dai padri vincenziani. A pesare, è la maggior presenza tra gli utenti dei migranti, in particolare quelli non accolti al campo governativo. La preoccupazione, tanto da spingere a scrivere nei giorni scorsi al prefetto, era il rischio di una compromissione del servizio (fino a ora mai interrotto), anche alla luce, con l’arrivo dell’estate, del possibile incremento delle presenze.

La soluzione dovrebbe portare a un “decongestionamento”: «Per riportare alcuni dati della mensa serale – spiega Marco Martinelli, presidente di Incroci, l’associazione che la gestisce insieme alle suore guanelliane - nel primo trimestre del 2016 le presenze erano, in media, 102 persone a sera, l’anno prima 96, mentre in questi tre mesi il numero è arrivato a 150. In alcune sere, abbiamo toccato il picco di 180».

Una cifra alta, soprattutto a fronte della capacità della sala di 43 posti: «La scorsa estate – continua Martinelli - si era arrivati a toccare quota 200, ma era stato per pochi giorni e, come tutti sappiamo, erano mesi particolari per la città». Ora, la situazione si protrae da mesi, con parecchi sforzi, sempre preziosi e irrinunciabili, dei volontari e degli operatori: «Il loro impegno è fondamentale – aggiunge Martinelli -. I problemi sono soprattutto per gli utenti: ci sono persone che, in alcuni casi, devono aspettare fino a due ore per mangiare. Inoltre, significa avere tante persone in attesa fuori dalla mensa». Da qui la decisione dei referenti di scrivere al prefetto per metterlo al corrente della situazione.

Presto quindi il centro di via Regina Teodolinda sarà a disposizione solo per i pasti anche ai non ospiti: gli ingressi alla mensa saranno gestiti dallo sportello Porta Aperta della Caritas diocesana: ai migranti sarà fornito un badge di riconoscimento per permettere l’accesso negli orari di pranzo e cena. Si comincerà con un gruppo di venti persone, con l’obiettivo di aumentare progressivamente il numero e alleggerire così la pressione sulle mense cittadine.

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