Turismo per i giovani: «Como più viva di sera, servono informazioni e wi-fi»

Crescono gli arrivi e le strutture ricettive ma la città si deve adeguare alle nuove richieste - Camesasca: «Una città in cui non finisca tutto alle 22»

Aumentano le strutture, crescono le presenze e le richieste, in alta stagione, superano in alcuni momenti la disponibilità di posti.

Como, nel corso degli anni, è diventata meta anche del turismo giovanile, quegli under 35 di cui prima non si aveva notizia (discorso diverso per la zona del Centro e Alto Lago) e invece ora, dati alla mano, scorrazzano volentieri per le vie del centro. Un pubblico con meno disponibilità economica rispetto alla clientela solita però più social: rimbalzano in rete foto, video e tweet, regalando al territorio una promozione gratuita.

Non a caso, gli ostelli nel territorio lariano sono cresciuti fino a essere otto, per un movimento pari a 10.242 arrivi e 18.941 presenze (dati 2015). Ultimo, in ordine d’apertura, l’Ostello Bello.

Per migliorare, secondo Andrea Camesasca componente di giunta della Camera di Commercio con delega al turismo, si potrebbe agire su alcuni aspetti: «Non servono solo ai giovani, di sicuro bisogna agire su infrastrutture, qualità delle informazioni, ordine e pulizia, scambio sociale, wi-fi. Inoltre, per gli under 35, è importante avere punti di ritrovo, spazi di socialità, non una movida da “bottiglie spaccate,” ma una città in cui tutto non finisca alle 22».

L’approfondimento e le interviste su La Provincia in edicola mercoledì 14 giugno

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