Vaccini in nidi e materne
Nessuno è rimasto fuori

Ammessi in classe i molti alunni in ritardo con la certificazione dopo il termine fissato dalla legge. Ma resta una quota di genitori no-vax

Vaccini, materne e asili aprono a tutti le porte, qualche mamma contraria all’obbligo però è arrivata a scuola con la lettera dell’avvocato chiedendo un confronto con l’Ats. Ieri mattina le scuole dell’infanzia e i nidi, scaduti i termini per presentare le certificazioni vaccinali, avrebbero dovuto mettere alla porta tutti i bambini le cui famiglie erano ancora inadempienti.

Ma in troppi si sono dimenticati, a centinaia nel comasco, ad Albate e a Rebbio per esempio più della metà dei genitori a lunedì pomeriggio non aveva portato i documenti richiesti. Per cui gli istituti hanno optato per la linea morbida nei confronti delle famiglie senza certificati, spedendole in segreteria per compilare i moduli, per mettere così in regola chi semplicemente se ne era scordato. La grande maggioranza dei ritardatari infatti ignorava l’obbligo o non si era informata bene, basterà quindi compilare l’autocertificazione e prenotare una visita vaccinale. Un ristretto numero di genitori però - la stima in centri come Milano è inferiore al 5% dell’utenza complessiva - si rifiuta di portare i documenti. «A Como in una scuola della città una mamma ha preteso di lasciare il figlio senza certificazione – racconta Massimo Spinelli, presidente per la Lombardia dell’associazione nazionale dei presidi – voleva a tutti i costi che le fissassero un’appuntamento con l’Ats per discutere della reale validità dei vaccini. Agli insegnanti chiedeva di tenere il bambino, sventolando una lettera dell’avvocato come minaccia. I casi simili purtroppo non sono pochi. I genitori inadempienti si dividono in due tipologie: i distratti, che possono rimediare in fretta e quelli convinti che venga violata una loro libertà, quando invece senza vaccini violano la libertà altrui».

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