Lire da cambiare in euro
Bisogna rivolgersi a Milano

Da novembre la sede comasca della Banca d’Italia non ha contante

Como

Lira – euro: cambiare si può. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha sciolto le riserve e ha definito le modalità per convertire la moneta del vecchio conio in quella corrente.

Una legge del 2002 stabiliva una deadline, il 28 febbraio, per la conversione. Anni dopo, un’altra anticipava il de profundis definitivo della valuta al 6 dicembre 2011. Ma, e qui la faccenda si è complicata, il 5 novembre la Corte costituzionale ha accolto il ricorso di un gruppo di risparmiatori contro il blitz del governo Monti.

Ora la Banca d’Italia può procedere ai pagamenti. «Chi è in grado - scrive l’istituzione - di documentare d’aver richiesto di convertire lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo, potrà eseguire l’operazione presentandosi in una qualsiasi delle filiali che svolgono il servizio di Tesoreria dello Stato».

Non c’è scadenza: gli interessati potranno recarsi in qualsiasi momento allo sportello portando, oltre alla valuta, «idonea documentazione della richiesta fatta a suo tempo. In particolare: richieste scritte (cartacee con sottoscrizione, tramite pec o semplici mail) o dichiarazioni circa la mancata effettuazione del cambio». Altra documentazione sarà valutata caso per caso.

Per i comaschi, la sede competente è Milano perché la filiale cittadina, dal 9 novembre, si è trasformata in unità di servizio territoriale della sede di Milano ed è priva di contante. Se si vuole restare in Lombardia, bisogna recarsi nel capoluogo oppure a Brescia. Nonostante tutto, poco più di una decina di persone si è presentata lo stesso in piazza Perretta a chiedere il cambio. Per quanto riguarda le cause legali in corso, la Banca d’Italia proporrà «specifici accordi transattivi con gli avvocati dei ricorrenti».Per altri casi, sono in corso alcuni approfondimenti e più avanti si saprà qualcosa in più. Per chiarimenti e segnalazioni è attiva la casella di posta elettronica: [email protected].

Intanto, le associazioni dei consumatori sono scatenate. L’Aduc si chiede «se i contribuenti potranno davvero documentarne la richiesta, dal momento che all’epoca le domande non venivano accettate e, presumibilmente, in molti non si saranno neanche recati agli sportelli, una volta saputo della prescrizione anticipata». Ha predisposto, per questo, sul suo sito internet un modulo ad hoc da compilare entro il 3 febbraio.n 
A.Qua.

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