Erba, il piccolo Emmanuel
senza una cittadinanza

Il piccolo, nato a Erba da genitori profughi, si trova insieme a tanti altri bambini ad avere il problema della cittadinanza: chi nasce in Italia da genitori stranieri, deve affrontare una trafila fatta di rinnovi per i permessi di soggiorno, fino al compimento dei 18 anni

ERBA - Il piccolo Emmanuel Uliem, nato a Erba da genitori profughi, si trova insieme a tanti altri bambini ad avere il problema della cittadinanza. Chi nasce in Italia da genitori stranieri, deve affrontare comunque una trafila fatta di continui rinnovi per i permessi di soggiorno, fino al compimento dei 18 anni.

Dopo di cui se dimostra di aver sempre vissuto sul territorio nazionale potrà avere la cittadinanza. Secondo l'avvocato Domenico Tambasco, legale dell'associazione Tribunale per i diritti dell'immigrato di Milano, la legge italiana del 1992 sulle norme di cittadinanza è ormai anacronistica.

"Il riconoscimento della cittadinanza si basa sul vincolo di sangue - spiega - e non prevede il legame territoriale. È una vera camicia di forza. La legge non è più adeguata ma esiste un disegno bipartisan firmato Sarubbi - Granata, che è momentaneamente congelato e in attesa di essere votato dal parlamento, con cui si può sbloccherebbe la situazione attuale che vede crescere soggetti di serie a e di serie b."

I genitori di Emmanel, Cajetan e Joy Uliem, vivono tra l'altro in una situazione precaria perché stanno ancora aspettando di essere ricevuti a Milano dalla commissione che gli conferirà o meno lo status di rifugiati politici. I genitori, infatti, erano scappati dalla Nigeria a causa delle persecuzioni politico - religiose contro i cristiani, cercando rifugio in Libia, dove a seguito dei disordini si sono poi imbarcati per l'Italia, e hanno scoperto di aspettare un figlio. "Se gli sarà riconosciuta la protezione internazionale - continua Tambasco -  anche il piccolo acquisirà lo status, in caso contrario potranno fare ricorso e comunque possono fare appello all'inespellibilità del minore".

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Eco di Bergamo Erba, neonato profughi