«È un furto, giù le mani dalle castagne»
Montemezzo “chiude” i suoi boschi

Il caso. Un avviso sulla bacheca del Comune: «Appartengono ai proprietari dei boschi». E il vice sindaco spiega: «In queste zone ci sono agricoltori che vivono di questo commercio»

La castagna non avrà più il valore che aveva un tempo (ma a guardare certi prezzi nei negozi delle città non si direbbe proprio...) ma a Montemezzo c’è ancora il massimo rispetto per un frutto che, in tempi di povertà, rappresentava un’essenziale alimento.

Al punto che l’Amministrazione comunale, a tutela delle selve ancora esistenti, ha affisso in bacheca un cartello che invita espressamente a terzi di raccogliere castagne, ricordando che il frutto del bosco appartiene ai proprietari dei terreni e chi le raccoglie senza autorizzazione commette un furto.

Quest’anno, dopo diverse stagioni davvero avare a causa del proliferare del terribile cinipide, le piante sono tornate a rifiorire di ricci pieni di belle castagne.

I boschi sembrano ormai più di nessuno e, col succedersi delle generazioni, ben pochi proprietari saprebbero individuare i confini dei loro appezzamenti. Eppure nei paesino montani dell’Alto Lario ci sono ancora gli ultimi irriducibili lavoratori della terra, che non disconoscono l’importanza della castagna: «Sono rimasti in pochi anche qui, per la verità, ma riteniamo doveroso tutelarli - dichiara la vicesindaco del paese, Rosa Maria Bellati - Le castagne, per qualcuno, rappresentano ancora un alimento importante per i maiali e, nell’ottica di tutela dei cittadini, ci è parso opportuno esporre il cartello che ricorda ai raccoglitori di castagne del fine settimana che i boschi hanno comunque dei proprietari. Non siamo mai arrivati a denunciare qualcuno, ma è bene ricordare che, soprattutto laddove esistono ancora selve curate, che asportare castagne equivale a rubare».

LEGGETE l’ampio servizio su LA PROVINCIA di GIOVEDÌ 22 ottobre 2015

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