Fusione in Valle Intelvi
Cresce il fronte del “sì”

Lanzo, Pellio e Ramponio Verna voteranno l’unione il 20 novembre. Anche nelle minoranze c’è chi appoggia i vantaggi del nuovo Comune

Entra nel vivo la campagna referendaria tra favorevoli e contrari alla fusione tra i comuni di Lanzo, Pellio e Ramponio Verna con la consultazione fissata il 20 novembre .

A fianco dei sindaci dei tre Comuni promotori del processo in atto c’è anche la consigliera regionale Daniela Maroni secondo la quale « la fusione dei Comuni in Valle d’Intelvi è un’ottima chance per le piccole realtà del territorio per potenziare e migliorare i servizi , creare sinergie e nel contempo creare il giusto peso che, se frammentati, avrebbero un’incidenza inferiore . Ha votato a favore della fusione anche il consigliere di minoranza di Ramponio Verna, Claudio Nati, che lascia libertà di coscienza sull’espressione di voto.

«La proposta di fusione -prosegue Nati- sta generando consensi ma anche dubbi perchè il campanilismo, la resistenza al cambiamento e la diffidenza nei confronti della politica pervade i loro sentimenti. La fusione è un processo irreversibile quindi è naturale che il cittadino sia diffidente. Io stesso pur avendo condiviso la proposta in consiglio, nutro profondi dubbi».

«Con la fusione otteniamo contributi statali, corsia preferenziale nell’accesso ai finanziamenti pubblici, economie di scala , risparmi sui costi della politica, ottimizzazione delle risorse umane e delle cose mobili ed immobili di proprietà comunali oltre a un maggiore peso politico e rappresentativo. Il mio scetticismo scaturisce dal dopo referendum».

Chi in Valle si sta battendo per le fusioni è Giovanni Candiani, sindaco di Dizzasco. Una voce autorevole da un punto di vista istituzionale. Candiani è il sindaco in carica più anziano del comprensorio con alle spalle mezzo secolo di amministrazione: «La Valle d’Intelvi ha bisogno delle fusioni, tre macro aree divise in Alta, Centro e Bassa Valle d’Intelvi. C’è continuità orografica e territoriale, identità storica e culturale».

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