Il presepe vivente non delude mai
Da un secolo simbolo di Argegno

Centoventi figuranti, moltissime scene rappresentate e anche tanti turisti

Centoventi figuranti e la magia di un’antica tradizione che si rinnova da oltre un secolo, grazie all’impegno e alla passione di cittadini che sfidano il freddo e danno vita ad uno spettacolo davvero unico.

Anche nell’edizione 2019 de “I Capell”, svolta il 1° gennaio, c’erano bambini, giovani e meno giovani perfettamente immedesimati nel loro ruolo, immobili e concentrati. La natività, l’orto degli ulivi, la suggestiva ultima cena, la casa di Gerusalemme e così via: il borgo di Argegno si è trasformato ancora una volta in un grande presepe vivente che ha accolto centinaia di visitatori da tutta la provincia.

Nel corteo, in verità, si sentiva anche qualche accento straniero, di turisti affascinati dall’atmosfera creata. Lungo il percorso obbligato, visitabile durante la processione, si sono susseguite nei vicoli di Argegno le quindici cappelle con le raffigurazioni degli episodi più noti contenuti nei Vangeli.

Ad aprire il corteo, subito dopo i Vespri nella chiesa parrocchiale, i Re Magi e appena dietro la statuetta di Gesù Bambino portata a spalla. Il tutto accompagnato dalle note del corpo musicale “Vittorio Veneto” di Tremezzo. I figuranti, vestiti con i costumi dell’epoca - alcuni dei quali cuciti a mano dalle donne del paese - restano immobili per tutta la durata della manifestazione, un’ora circa. Ogni cappella è realizzata valorizzando angoli caratteristici del paese o manualmente da artigiani e volontari che per tutto il mese di dicembre si adoperano per la realizzazione dell’evento.

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