Insulti alla sorella della sua vittima
Ma non può essere processato

Nel 2004, quando aveva ancora 17 anni, aveva ucciso a coltellate un ragazzo di 20 anni di Grandola. Non può essere giudicato perché il reato di ingiurie è stato depenalizzato

L’ingiuria non costituisce più reato penale e il caso celebrato in tribunale a Como, senza alcuna conseguenza per l’imputato, si rifà proprio alla depenalizzazione del reato d’ingiuria. Una vicenda incredibile quello che rimanda all’omicidio avvenuto nel 2004 all’ingresso di un locale di ritrovo per giovani a Porlezza. Un ragazzo di 17 anni aveva accoltellato e ucciso un giovane di 23 dopo una banale lite. Condannato a sei anni e sei mesi, è tornato in libertà e ha postato sul profilo facebook della sorella della sua vittima una serie di insulti irriferibili. La vicenda è finita in tribunale ma il giudice di pace non ha potuto far altro che decidere il “non doversi procedere” perché il reato in questione non è più punibile penalmente. Incredula la sorella del ragazzo ucciso: «Mi sembra di aver subito l’ennesima umiliazione per la mancanza di rispetto nei confronti della memoria di mio fratello: quelle cose infamanti, a mio avviso, vanno ben oltre l’ingiuria e avrebbero dovuto essere passibili di condanna. A questo punto l’omicida si sentirà ancora più libero di prendermi di mira e c’è il rischio che diventi il mio incubo».

L’articolo completo su La Provincia di giovedì 3 marzo

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