Lago più alto ma non per la pioggia
Diciotto centimetri in 7 giorni

E dallo scorso 25 febbraio il livello è cresciuto di oltre 30 centimetri. Merito della chiusura della diga. I sindaci protestano: «Noi siamo spettatori, ci restano i danni»

Il lago è tornato a risalire, ben prima della pioggia arrivata solo negli ultimi giorni e che ha fatto il solletico al Lario ed ai suoi delicati equilibri. Stiamo parlando di circa 30 centimetri: venerdì alle alle 16 il livello del lago era a quota 5,5 sullo zero idrometrico, 7,1 centimetri in più di giovedì e quasi 18 centimetri in più rispetto a venerdì scorso.

Il motivo? Semplice: nel lago ieri pomeriggio entravano 71,5 metri cubi al secondo d’acqua e ne uscivano 55. In pratica,il Consorzio dell’Adda - che gestisce le acque del Lario (fino alla quota di meno 40 centimetri sotto lo zero idrometrico) ha chiuso i rubinetti. I sindaci protestano: «Pontili che toccano sui fondali, molo inaccessibile, passeggiata che fa i conti con gli alti e bassi del lago. Questo è quanto dobbiamo subire. Francamente siamo stufi di questa situazione. Tutti sfruttano le acque del Lario: a nord e sud ci guadagnano e noi, che ci troviamo nel mezzo, paghiamo i danni. Ricordo che il Bim della Valtellina ha un bilancio da oltre 20 milioni di euro - fa notare, contrariato, Guido Dell’Era, sindaco di Cremia -. L’acqua viene fatta pagare profumatamente, ma poi quando c’è da intervenire i Comuni vengono lasciati in balia degli eventi. Il lago sale e scende e chi col lago vive o lavora fa da spettatore. Mi auguro che questa volta l’azione dell’Autorità di Bacino, annunciata qualche tempo fa, sia davvero incisiva».

Posizione condivisa anche a Colonno e Moltrasio: «Un conto è la siccità perdurante, un altro conto è l’acqua del lago che “emigra” verso altre mete, facendo calare repentinamente il livello. Noi non facciamo parte dell’Autorità di Bacino. Per gli interventi abbiamo la Regione come interlocutore. Il concetto è semplice: più si collabora a mantenere il lago in buona salute, meglio è per tutti».

L’articolo completo su La Provincia di sabato 25 marzo

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