Morto nella fattoria
Forse è stato un lama

Montano Lucino: Mauro Capicchioni, 64 anni, di Carate Urio venne ritrovato nel recinto dell’azienda dove lavorava. Si era pensato a un problema cardiaco

Potrebbe essere conseguenza dell’aggressione di un lama la morte di Mauro Capicchioni, 64 anni, di Carate Urio, la cui salma fu ritrovata lo scorso 3 luglio in un recinto all’interno dell’azienda agricola Valer, per la quale lavorava da tempo, in località Grisonno, a Montano Lucino.

È quanto emerge dai primi esiti dell’autopsia a suo tempo disposta dalla Procura della Repubblica di Como, secondo la quale Capicchioni potrebbe essere stato colpito al petto dall’animale che stava accudendo e nutrendo, un colpo di particolare violenza, letale. L’autopsia era stata disposta sulla base di qualche sospetto innescato da alcune lacerazione all’avambraccio della vittima. Sembrerebbe che si trattasse dei segni di più morsi dell’animale, successivi se non al decesso senz’altro alla perdita di conoscenza, come se il lama avesse voluto trascinare il corpo.

I primi sospetti erano sorti già dopo l’intervento dei soccorritori, chiamati dai proprietari dell’agriturismo che avevano ritrovato il loro collaboratore a terra in quel recinto. La morte doveva risalire a qualche ora prima, e a nulla erano valsi gli sforzi dei rianimatori e dei volontari della Croce rossa di Lurate Caccivio, ai quali non era rimasto che constatare il decesso. I segni sull’avambraccio avevano comunque indotto carabinieri e Procura a svolgere un approfondimento.

Secondo alcune indiscrezioni gli esiti sembrerebbero confermare i sospetti, anche se per la relazione definitiva del medico legale bisognerà attendere ancora qualche settimana. «Vorremmo solo capire com’è andata, nient’altro», dice l’avvocato Pierpaolo Livio, che assiste i familiari della vittima.

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