Sanità, la Valle Intelvi:
«Torniamo con Como»

La richiesta. Maroni ci ripensi. Continua la mobilitazione in Valle Intelvi

«C’è chi paga l’appartamento per stare vicino ai malati»

Non si placa il malcontento fra i cittadini della Val d’Intelvi, del porlezzese e della sponda occidentale del lago, cioè degli abitanti dei Comuni di quella che un tempo era la USL 18 e che, dopo la riforma sanitaria, sono stati accorpati nella ATS di Montagna Valtellina e Alto Lario. C’è chi deve fare quattro ore di strada tutti i giorni per le cure. Cittadini penalizzati la distanza e la difficoltà di raggiungere le strutture sanitarie della Bassa Valtellina, molto più lontane rispetto ai nosocomi di Como.

Oltre alle proteste ed alle decine di testimonianze che rimbalzano sui social, si rincorrono le proposte affinché si possa cambiare. C’è ch suggerisce «di bloccare la strada ad Argegno con auto e camion così facciamo intervenire la televisione». C’è chi propone di chiamare Il Gabibbo, chi le Iene, o di andare tutti, fisicamente in Regione per manifestare il proprio malcontento. Perchè, dicono in molti, non si può fare quattro ore di strada ogni giorno per cinque minuti di terapie o essere costretti a prendere un appartamento per assistere i proprio cari ammalati.

I dettagli su La Provincia in edicola domenica 12 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA