Tre dispersi in Val Perlana
Ritrovati in serata: stanno bene

Tre emiliani impegnati in un canyoning hanno impiegato otto ore per uscire dal torrente: «Sulle cartine la durata indicata è la metà e lì i cellulari non prendono sennò avremmo avvisato»

«Le mappe e le cartine davano un percorso di quattro ore. In realtà ce ne abbiamo messe otto. Abbiamo trovato molti ostacoli, grossi tronchi in particolare. Ringraziamo tutti per il pronto intervento. Torneremo in Val Perlana? No. Anche se il torrente merita».

Così ieri sera, alle 21.45, i tre appassionati di canyoning, tutti vigili del fuoco in servizio a Modena, sulle cui tracce dalle 20 si erano messi 50 soccorritori, tra Soccorso alpino e Vigili del fuoco (incluso il Saf, Soccorso alpino fluviale).

Il canyoning è una pratica sportiva che consiste nella discesa lungo il corso di torrenti, aiutandosi con tecniche alpinistiche per superare eventuali dislivelli. I tre - stanchi, ma tutto sommato tranquilli - hanno raggiunto a piedi, le mute ancora addosso, il piazzale attiguo il lavatoio di Molgisio a Lenno, dove era stato allestito il “campo base” dei soccorsi.

«Avevamo tutte le attrezzature del caso, ma purtroppo i cellulari non prendevano», hanno ripetuto. Problema noto e già segnalato da anni dagli appassionati locali di montagna (tra loro molti volontari che ancora tengono “vivi” sentieri e boschi della Tremezzina). Ieri sera, da Molgisio, un nuovo appello, da parte di alcuni di loro: «Serve un ripetitore per la telefonia mobile».

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