Accoltellò la moglie. Ma era incapace
di intendere e volere

Prosciolto dal giudice l’uomo di Mozzate che il 25 aprile scorso aggredì la moglie prima di lanciarsi dal balcone di casa

Incapace di intendere e di volere, ma pericoloso. Gianni Carpentone, l’uomo che il 25 aprile scorso ha aggredito a coltellate la moglie e poi si è lanciato dal balcone di casa, non può essere giudicato per il tentato omicidio della moglie, avvenuto la scorsa primavera in via Pertini, a Mozzate.

Lo ha stabilito lo psichiatra nominato dal giudice delle udienze preliminari per valutare lo stato di salute mentale del cinquantenne. Il responso della perizia è stato netto: l’uomo non è imputabile ed è stato quindi prosciolto, ma il giudice nella sua sentenza ha anche disposto la misura di sicurezza della libertà vigilata in una struttura terapeutica. Lo stesso consulente d’ufficio aveva sottolineato come sia concreto il pericolo che Carpentone possa commettere altri atti di violenza.

L’udienza preliminare che si è tenuta ieri mattina trae origine della drammatica discussione familiare avvenuta nel primo pomeriggio del 25 aprile. Quando, nei palazzi di via Pertini, sono arrivati carabinieri e ambulanze in forza. Tutto era iniziato con una banale lite tra coniugi. Una lite - come avevano raccontato i vicini di casa - che andava avanti da oltre una decina di minuti. E nata in seguito a una discussione sulle preoccupazioni che l’uomo, un parrucchiere, aveva per via delle sue condizioni economiche.

«Cercavo di rassicurarlo - aveva raccontato la donna - ma non sapevo come aiutarlo. Un giorno risposi un po’ stizzita dicendo che non sapevo che consigli dargli». Carpentone non aveva mai alzato un dito contro la moglie ma quel giorno «dal nulla mi prese alle spalle puntandomi il coltello alla gola».

Era stato il figlio ventenne della coppia a intervenire e salvare la vita alla madre, rimasta comunque ferita gravemente. Carpentone si era poi gettato dalla finestra, ma era stato salvato.

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