Dogane sbarrate, l’ira dei frontalieri
«Sbagliata la chiusura definitiva»

Il sindaco di Colverde non si sbilancia sulla minaccia svizzera: «Per ora pochi disagi». Ma chi varca ogni giorno il confine sottolinea: «È una scelta politica, la sicurezza qui non c’entra»

Valichi di confine chiusi di notte: l’esperimento sta per finire, ma i sindaci ticinesi hanno chiesto una misura definitiva. Tra Novazzano e Ronago centro; tra Pedrinate e Drezzo, le sbarre devono rimanere abbassate per sempre dalle 23 alle 5, per ragioni di sicurezza, sostengono gli amministratori d’Oltrefrontiera e, anzi, il sindaco di Novazzano, Sergio Bernasconi, ipotizza la chiusura di tutti i valichi minori «per valutare meglio l’efficacia del provvedimento».

Era stato introdotto ad aprile; scade il 30 settembre e in questi sei mesi, i ritardatari hanno praticato le alternative sempre aperte di Bizzarone e Crociale Mulini, nella zona delle Prealpi Comasche dalla quale s’è più volte levata la voce dei sindaci, contrari ai limiti sulla libertà di circolazione e perplessi sull’efficacia di sbarre abbassate di notte. Non costituirebbero un deterrente per la criminalità transfrontaliera.

In attesa delle decisioni delle autorità ticinesi, è tempo di bilanci: «Ognuno ha diritto di assumere le decisioni che ritiene opportune a casa propria», premette Cristian Tolettini, sindaco di Colverde. «Resto in attesa delle decisioni del Cantone e della Confederazione – afferma - E quando si saranno concretizzate, ne potremo riparlare». Per il momento, non è a conoscenza di disagi.

Ma c’è un frequentatore assiduo del valico di Ronago, il suo paese natìo, dove vivono familiari ed amici: è Ezio Merlo, residente a Chiasso, italo – ticinese, responsabile o coordinatore di diverse associazioni: «A titolo personale dico che la decisione di chiusura notturna dei valichi non è tecnica, ma politica. È un segnale politico. Non funziona come deterrente per i rapinatori che non colpiscono certo quando i distributori di benzina sono chiusi. Le telecamere, tra l’altro, segnalano ed intercettano ogni passaggio: sarebbero sufficienti per stroncare i malviventi. E poi, abbassare le sbarre è come chiudere un cancello in mezzo al deserto: tutti sanno che non c’è più rete di confine e che a due metri a sud dalle stesse sbarre, si passa agevolmente a piedi di qua e di là».

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