Canepa, il tessile
torna a lavorare
Prova sicurezza ok

Ripresa graduale per l’azienda comasca che ha adottato rigide misure per i suoi 290 dipendenti. «Incertezza sul mercato globale, ora aspettiamo gli Usa»

Ingresso scaglionato, mascherine, rilevazione della temperatura corporea e distanziamento rigoroso nelle aree produttive e nell’ufficio tecnico.

Graduale ripresa dell’attività anche per il Gruppo Canepa, uno dei colossi del distretto comasco. Ieri, nella sede principale di San Fermo, l’azienda ha richiamato 120 persone, meno della metà dei dipendenti, in ogni caso un primo step di un graduale ritorno all fase di pieno organico.

Una ripartenza progressiva e in sicurezza. È stato infatti predisposta, a rinforzo del protocollo generale di marzo per i luoghi di lavoro e di quello specifico per il settore della moda firmato a metà aprile, una serie di ulteriori indicazioni specifiche per tutti i collaboratori.

Autodisciplina

La principale riguarda il check al momento dell’ingresso con la misurazione della temperatura (oltre i 37,5 gradi si ha l’obbligo di tornare a casa e informare il medico) e la consegna dei dispositivi di protezione. Indicazioni precise anche sulla distanza minima di un metro in ogni area dell’azienda e negli spazi comuni (dagli spogliatoi all’area ristoro) dove l’accesso è stato in ogni caso contingentato. E ancora, l’invito a compiere il tragitto casa-lavoro in auto da soli o, in alternativa, sui mezzi pubblici, indossando però guanti e mascherina. Sono stati introdotti cambiamenti anche dal punto di vista organizzativo, ad esempio limitando al minimo le riunione, sostituite lì dove è possibile dall’utilizzo dei device digitali.

L’ingresso scaglionato ieri ha evitato assembramenti consentendo la distribuzione dei dispositivi di protezione in sicurezza. Il test della ripresa è stato superato mentre dovrà attendere il 18 maggio, al pari dei negozi di abbigliamento, la riapertura dell’outlet aziendale.

Regole osservate con massimo rigore e la cui applicazione è stata favorita dagli spazi ampi a disposizione in una fase, l’attuale, in cui l’azienda sta riorganizzandosi dal punto di vista logistico. In particolare, a fine gennaio è stato completato il trasferimento della tessitura ed entro giugno si sposteranno a San Fermo tutte le lavorazioni attualmente site a Cavallasca. Un’operazione voluta da Michele Canepa, dallo scorso anno alla guida del Gruppo, per aumentare la produttività e abbattere i costi. «Lo stop del coronavirus ci ha fermati poche settimane dopo l’avvio della tessitura - dice l’imprenditore – aspettavamo questo via libera, progressivamente torneremo a pieno regime». La grande incognita per un’azienda altamente internazionalizzata qual è Canepa, è il mercato globale del tessile abbigliamento, oggi caratterizzato da una geografia molto frastagliata: «C’è grande incertezza - continua Canepa - ora le preoccupazioni maggiori sono sul mercato americano, tutti ci auguriamo che si sblocchi presto».

Le mascherine

Il Gruppo comasco, attraverso la sua controllata nel Salento, è stato protagonista nella fase di emergenza attraverso la produzione di mascherine chirurgiche in cotone (lavabili ad alta temperatura una dozzina di volte) che in buona parte sono state donate alle strutture sanitarie. Si tratta di dispositivi di alta qualità, ovviamente superiore a quella dei prodotti usa e getta in Tnt, la cui produzione non è stata ritenuta strategica dal Gruppo comasca: «Una parte delle mascherine prodotte sarà distribuita ai nostri dipendenti per i quali c’eravamo in ogni già attrezzati a inizio marzo acquistando ventimila pezzi».

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