Filiere produttive. Il piano regionale vale 35 milioni

Il bando Regione Lombardia rafforza la strategia per sostenere le reti e gli ecosistemi industriali. Guidesi: «Opportunità anche per le piccole imprese»

La dotazione finanziaria della misura per le filiere produttive e degli ecosistemi industriali lombardi è di 34 milioni di euro complessivi, a valere sulle risorse del PR (Piano regionale) cofinanziato dal (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Lombardia 2021-2027. In particolare le azioni a sostegno al rafforzamento delle reti e delle aggregazioni di imprese hanno uno stanziamento di 30 milioni di euro e il sostegno agli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione di 4 milioni di euro. 

Da fine marzo è aperto il bando per il rafforzamento delle filiere produttive e degli ecosistemi industriali sul portale di Regione Lombardia. L’obiettivo è far crescere, anche in coerenza con la strategia industriale dell’Ue, la capacità di innovazione, produzione e investimento in particolare delle Pmi, oltre a sostenere lo sviluppo di nuove filiere attraverso la realizzazione di progetti integrati con attività di sviluppo sperimentale.

L’idea della manifestazione di interesse aperta in questi giorni è di rafforzare il sistema delle filiere già riconosciute da Regione che, se partecipano al bando, possono usufruire di una premialità al momento della valutazione. Il nuovo bando è però comunque aperto anche a chi ancora non è stato riconosciuto all’interno di una filiera, proprio per consentire al sistema di crescere con nuovi soggetti.

Il percorso è iniziato oltre due anni fa su impulso dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi e in base a una strategia di politica industriale basata sull’indirizzo adottato a Bruxelles dal commissario Thierry Breton che ha scelto 14 eco-sistemi strategici su cui concentrare l’azione. A questo schema Regione Lombardia ha aggiunto maggiore flessibilità per coinvolgere anche i piccoli fornitori in una organizzazione che li aiuta a crescere. «Una piccola azienda o un artigiano fornitore di una impresa strutturata che partecipa insieme al capofila a un progetto di filiera entra in contatto con un sistema più ampio, con centri di ricerca e università e condivide opportunità nuove - ha spiegato Guidesi - così non solo ha la certezza di lavorare a medio termine con quel cliente, ma ha la possibilità di attingere a soluzioni che altrimenti non erano alla sua portata, alle quali magari non aveva neanche pensato».

Al momento la media del numero di province coinvolte per filiera è di 4,68 e l’ampiezza media del partenariato delle filiere è di 22 soggetti.

Per l’87% dei progetti presentati si dichiara un obiettivo di innovazione e per l’81% di sostenibilità e di formazione.

I settori principali coinvolti sono: applicazioni digitali, energia e carburanti sostenibili, lavorazioni industriali e, in crescita, il settore salute e benessere.

Al bando sono ammissibili progetti che dovranno riguardare almeno uno dei seguenti ambiti di intervento: il rafforzamento competitivo delle filiere e degli ecosistemi industriali, la costituzione e sviluppo di nuove filiere, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della filiera ed economia circolare, l’innovazione, il miglioramento tecnologico e la digitalizzazione.

Al progetto di filiera può essere abbinata un’attività di sviluppo sperimentale svolta da una grande impresa, partner del progetto, che non potrà però superare il 50% della spesa complessiva. Il valore minimo del progetto dovrà essere di almeno 750mila euro, incluso il valore delle eventuali attività di sviluppo sperimentale e non superiore ai 5 milioni. Possono presentare domanda di partecipazione i raggruppamenti di imprese legate insieme da un accordo di filiera composti da almeno cinque aziende di qualsiasi dimensione e con sede operativa nella nostra regione.

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