«I tassi restano alti. Investimenti fermi e margini ridotti»

L’analisi Il costo del denaro e le decisioni aziendali, Marco Galimberti: «L’innalzamento è stato brusco» - Paolo Pazzagli: «Segnali di inversione di tendenza»

«L’innalzamento dei tassi di interesse, che prosegue da quasi un anno e mezzo e che pare abbia raggiunto il suo apice, si ribalta sui bilanci delle aziende. Da anni di bassa incidenza si è arrivati oggi a un costo molto alto e in tempi rapidissimi – è l’analisi di Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio Como e Lecco – nella prospettiva di chi fa investimenti e deve programmare delle spese si tende a rimandare ogni costo non strettamente necessario a momenti in cui il credito per le aziende sarà più accessibile. Si confida che i tassi possano rientrate a livelli maggiormente sostenibili».

L’aumento dei tassi di interesse, salvo sorprese, pare sia terminato e la notizia è già stata assorbita dai mercati. Ma tra la fine della stretta e l’inizio della nuova era dei tagli al costo del denaro deve intercorrere un lasso di tempo di pausa. Proprio sulla lunghezza di questo periodo di tassi fermi, ma ancora molto alti, ci si interroga.

La Banca centrale europea pare stia programmando di tagliare i tassi nel corso del 2024, dopo aver mantenuto un livello elevato del 4% abbastanza a lungo da garantire di abbattere l’inflazione.

«Si tratta di un discorso generalizzato sovranazionale e che investe tutte le imprese. Per affrontare il veloce aumento del corso del denaro che si è verificato quest’anno andrebbero previsti degli strumenti per attenuare l’impatto sulle imprese – continua Galimberti – per esempio con delle garanzie date dai consorzi di imprese al sistema bancario, l’unico che ne ha tratto beneficio, per avere le condizioni migliori possibili. Sempre in attesa che nel 2024 la situazione si normalizzi».

Proprio in termini di garanzia nei confronti del sistema bancario agiscono i confidi: il loro ruolo è di farsi garante di una percentuale del finanziamento per le aziende che può arrivare fino all’80%.

In regione Lombardia i confidi rappresentano 56mila aziende, in provincia di Como Fidicomtur rappresenta 2.750 aziende.

«Il grande problema dell’aumento dei tassi è stata la non gradualità della crescita, con la conseguenza che le imprese hanno fermato altrettanto bruscamente gli investimenti non indispensabili, rimandandoli a momenti più favorevoli per il credito – spiega Paolo Pazzagli, direttore Fidicomtur Como e vice presidente Asconfidi Lombardia – la Banca d’Italia ha anche confermato che, a regime, i tassi diminuiranno di un paio di punti».

L’Euribor sta già dando segnali: superava il 4% e ieri era al 3,80. L’Euribor è il tasso interbancario di riferimento diffuso giornalmente dalla Federazione bancaria europea come media ponderata dei tassi di interesse ai quali le banche che operano nell’Unione europea cedono i depositi in prestito. È utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile.

«Ora i segnali che i tassi stiano per calare sono chiari – conclude Paolo Pazzagli – ma le aziende sentiranno il beneficio da metà dell’anno prossimo in poi. Intanto hanno rallentato ed evitato ogni investimento non strettamente necessario perché i tassi, rispetto a solo due anni fa, sono più che triplicati e non esiste un ammortizzatore finanziario che possa attenuare questo aumento e facilitare il credito che resta determinato dai parametri legati a finanziamenti di medio e lungo termine».

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